“La sentenza rileva la responsabilità degli amministratori e dei datori di lavoro, che devono garantire la sicurezza dei lavoratori, così come ampiamente previsto dalla legge 81. Il datore di lavoro non può esimersi dal farlo per esigenze di natura economica o di bilancio” – ha commentato così Filippo Anelli, presidente Fnomceo e Omceo Bari, le motivazioni rese note oggi della sentenza del Tribunale di Bari con la quale, nell’aprile scorso, è stato condannato l’ex Direttore generale in merito all’omicidio della psichiatra Paola Labriola.
Tra le cause, ci sarebbe infatti “la sottovalutazione del rischio di aggressioni al personale”, legata anche all’impostazione “economicistica delle funzioni della sanità, piegate alle esigenze del budget, che denota la principale preoccupazione di molti manager pubblici della sanità, ossia l’equilibrio di bilancio, piuttosto che la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”.
“Ora i datori di lavoro garantiscano la sicurezza sui posti di lavoro aggiornando i Documenti di Valutazione dei Rischi, soprattutto per quei servizi ove si registrano con maggiore frequenza episodi di violenza. La sicurezza sul lavoro per i medici e i professionisti sanitari è sia diritto dei lavoratori sia presupposto per la sicurezza sulle cure” – ha aggiunto Anelli.
“Vogliamo ricordare Paola Labriola, che aveva più volte denunciato le falle in termini di sicurezza, come martire della Professione. La sua tragedia ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione drammatica che molti medici affrontano quotidianamente sul posto di lavoro, in condizioni precarie. A lei, e a tutti gli altri medici caduti nello svolgimento della professione, abbiamo dedicato idealmente la Legge 113 del 2020, sulla Sicurezza degli operatori sanitari” – ha concluso Anelli, chiedendo che sia presto riunito l’Osservatorio sulla Sicurezza degli operatori.