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 “Covid-19, 5 anni dopo: cosa abbiamo imparato?” al “Miulli” importante momento di riflessione

A cinque anni dallo scoppio della pandemia di COVID-19, la comunità sanitaria e istituzionale si è riunita oggi presso l’Ospedale Generale Regionale “F. Miulli” per un’importante giornata di confronto, memoria e visione. Il convegno “Covid-19, 5 Anni Dopo: Cosa Abbiamo Imparato?” ha rappresentato un momento di alta riflessione collettiva su quanto accaduto, su ciò che è stato fatto per affrontare l’emergenza e sulle trasformazioni – organizzative, sanitarie e sociali – che da allora hanno ridisegnato il nostro sistema sanitario.


L’evento, moderato dal Direttore Sanitario dell’Ospedale Miulli, Vitangelo Dattoli, ha offerto spazio a testimonianze, analisi tecniche e riflessioni umane da parte di rappresentanti delle istituzioni, dirigenti sanitari e professionisti che hanno vissuto in prima linea l’emergenza pandemica. “Si è trattato di una giornata di grande emozione e di riflessione”, ha affermato Dattoli, “non solo con lo sguardo al passato ma anche in maniera proattiva verso gli orizzonti futuri”. L’evento ha anche visto la proiezione del documentario “Erreconzero – From Alarm To Awakening” con la partecipazione in sala del regista Andrea Ferrante e del produttore Vito Schirone.

Mons. Giuseppe Russo, Governatore dell’Ospedale Miulli, ha aperto i lavori con una riflessione profonda: “Oggi ricordiamo i giorni più difficili della nostra storia recente, onorando il coraggio di chi ha messo la vita degli altri al primo posto, spesso a costo della propria. Celebriamo ciò che abbiamo imparato: l’importanza della preparazione alle emergenze, del valore delle relazioni, della scienza, della politica responsabile e della cura per l’ambiente. Oggi affermiamo che la solidarietà conta più dell’egoismo, e che dalla memoria del dolore può nascere un impegno rinnovato per costruire un mondo migliore.”

Dal Parlamento Europeo è intervenuto Antonio Decaro, che durante la pandemia è stato Sindaco del Comune di Bari, che ha sottolineato la riscoperta di valori condivisi e l’importanza del coordinamento europeo: “A cinque anni di distanza, quel periodo sembra lontano come se fossero passati secoli. Ci ha fatto, però, riscoprire valori fondamentali come solidarietà, impegno e importanza della ricerca. Abbiamo sentito più vicina l’Europa, che allora scelse di agire unita, condividendo risorse e debito pubblico per garantire l’accesso equo ai vaccini, partendo dai Paesi più in difficoltà. È stato un periodo in cui abbiamo riscoperto valori che avevamo perso. Spero che quei valori, visto quel che abbiamo imparato in quegli anni e che siamo sopravvissuti, ci accompagnino anche nel nostro futuro.”

Nel suo intervento, Fabrizio Celani, ex Direttore Sanitario dell’Ospedale Miulli proprio durante l’emergenza, ha posto l’accento sul lavoro nascosto, ma essenziale, del “piano zero”: “Dico sempre che, accanto alla prima linea rappresentata da medici e infermieri, c’è stato quello che chiamo il ‘piano zero’: il lavoro silenzioso ma fondamentale degli uffici, completamente al servizio della parte sanitaria. Ciò che ha davvero caratterizzato quel periodo è stata la rapidità delle decisioni, prese ed eseguite in tempi incredibilmente brevi. Il 7 marzo iniziano i preparativi al Miulli, il 17 marzo l’ospedale è già diviso in due: 260 posti letto dedicati al Covid, mentre l’altra metà continua a funzionare regolarmente. Anche l’ostetricia si sdoppia, riuscendo comunque a garantire la sua attività. Il Pronto Soccorso è stato forse il settore più complesso: mentre nell’area Covid si conosceva già la diagnosi, lì si doveva gestire ogni tipo di emergenza. Eppure, tutti i reparti hanno reagito con una forza straordinaria, dimostrando una solidarietà del personale a tutti i livelli che resta indimenticabile.”

Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, ha ricordato l’efficacia delle azioni messe in campo: “A cinque anni dalla prima ondata della pandemia, la Puglia si è rivelata come una delle regioni più efficaci in Italia nella gestione dell’emergenza Covid. La cabina di regia, guidata dal presidente Emiliano e dall’allora direttore del Dipartimento Salute, ha pianificato con rapidità e flessibilità una rete ospedaliera modulabile, che ha permesso di contenere i contagi (5.600 da marzo a giugno 2020) e mantenere attivi anche i servizi ordinari. Fondamentale è stato anche il contributo dell’Ospedale Miulli, con 200 posti letto messi a disposizione, che ha salvato migliaia di vite. Le decisioni, spesso in anticipo rispetto alle linee nazionali, hanno permesso alla Regione di affrontare l’emergenza con prontezza e risultati concreti, diventando un modello organizzativo di riferimento.”

Anche Luigi Fruscio, Direttore Generale della ASL Bari, ha rimarcato il valore umano e organizzativo emerso in quei mesi: “Durante la pandemia abbiamo dovuto costruire da zero modelli organizzativi per affrontare un’emergenza sanitaria senza precedenti. In quel contesto, accanto alla razionalità delle scelte tecniche, ha prevalso anche un forte senso umano: la paura c’era, ma non ha mai bloccato l’impegno degli operatori sanitari, guidati dall’amore per i pazienti. La gestione dell’emergenza ha dato impulso a una riorganizzazione strutturale della sanità: oggi la rete territoriale è più solida, grazie al rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione, dei distretti socio-sanitari e alle nuove strutture previste dal PNRR, come case e Ospedali di comunità. Un’eredità positiva nata da un evento traumatico, resa possibile dal coraggio e dalla dedizione di migliaia di professionisti.”

È poi intervenuto Raffaele Piemontese, Vicepresidente della Giunta Regionale e Assessore alla Sanità, con un bilancio realistico e orientato al futuro: “Cinque anni dopo l’inizio della pandemia, la riflessione si concentra su quanto appreso e realizzato. All’inizio mancava una reale conoscenza del virus e si agì in piena emergenza, con un sistema sanitario sotto pressione. La Puglia ha reagito potenziando le terapie intensive, passate da 300 a oltre 450 posti, con altri 130 in arrivo grazie al PNRR. La pandemia ha reso evidente che la Sanità non può essere trattata come un’infrastruttura qualsiasi: servono risorse, personale e sicurezza, anche per contrastare la crescente aggressività verso gli operatori. Il messaggio finale è chiaro: occorre continuare a investire, rafforzare e tutelare il sistema sanitario pubblico.”

La mattinata è poi proseguita con la proiezione del documentario “Erreconzero – From Alarm To Awakening“.

La chiusura dei lavori è stata affidata a Mons. Giuseppe Satriano, Vescovo di Bari-Bitonto: “Quella di oggi è un’opportunità per fare memoria, ma anche per rilanciare in maniera positiva un percorso non solo dell’ospedale, ma anche di quanti operano intorno agli apparati sanitari della nostra regione. Avverto come questo momento sia di grande ricchezza generativa e mi auguro che l’esperienza vissuta, così triste e dolorosa, possa segnare un nuovo rilancio di una maggiore attenzione alla cura e alla centralità della persona”.