Venerdì 21 e sabato 22 febbraio il Centro Congressi dell’Hotel Mercure Villa Romanazzi Carducci di Bari ospiterà la seconda Conferenza nazionale sulla Sindrome Cardio-nefro-metabolica e sugli aspetti clinici della longevità “in salute”, promossa dalla Società Italiana Interdisciplinare per le Cure Primarie (SIICP).
La Sindrome Cardio-nefro-metabolica (The Cardiovascular-kidney-metabolic, CKM Syndrome) è una condizione che descrive e definisce l’esistenza di una stretta correlazione, e sovrapposizione, tra malattia cardiaca, malattia renale, diabete di tipo 2, dislipidemia e obesità. In termini medico-scientifici, secondo l’American Heart Association (AHA) è un disordine sistemico caratterizzato da interazioni fisiopatologiche tra fattori di rischio metabolici, malattia renale cronica e sistema cardiovascolare, in grado di provocare disfunzioni multiorgano ed elevata incidenza di malattie e mortalità.
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“Le malattie cardiovascolari e renali vengono attualmente trattate come condizioni cliniche separate – spiega la professoressa Patrizia Suppressa, presidente e responsabile scientifico del congresso, nonché Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale Regionale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti e docente dell’Università LUM “G. Degennaro” – Il crescente riconoscimento che queste due patologie siano strettamente legate da fattori di rischio, sia biologici che sociali, merita considerazioni aggiornate nel contesto della Sindrome Cardio-nefro-metabolica, ossia un disturbo sistemico caratterizzato da un alto tasso di eventi avversi cardiovascolari”.
La sindrome CKM è una condizione che si instaura progressivamente, iniziando nella prima fase di vita, e che origina comunemente dall’accumulo di tessuto adiposo in eccesso e/o disfunzionale che secerne adipochine ad azione proinfiammatoria e pro-ossidativa che danneggiano i tessuti arteriosi, cardiaci e renali, provocano insulino-resistenza e steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (MAFLD), che amplifica la flogosi sistemica e l’insulino-resistenza. Queste condizioni fisiopatologiche, nel tempo, facilitano lo sviluppo di aterosclerosi coronarica subclinica, danno d’organo miocardico e declino progressivo della funzione renale, predisponendo a un elevato rischio di malattie cardiovascolari, insufficienza renale, disabilità e decesso.
“La patologia vascolare e miocardica inizia precocemente nella vita e progredisce attraverso l’infanzia e l’adolescenza fino all’età adulta. Ecco perché la valutazione e la gestione precoce dei fattori di rischio modificabili rappresentano una pietra angolare della prevenzione cardiovascolare – aggiunge la professoressa Suppressa – e la prova più diretta a favore della prevenzione deriva da studi che collegano gli sforzi di screening e prevenzione iniziati durante l’infanzia a una chiara riduzione della malattia cardiaca e degli eventi avversi in età adulta. Pertanto individuare precocemente le condizioni che possono portare a conseguenze cliniche negative, ipertensione, diabete e dislipidemia, fattori chiave del rischio della sindrome cardio-nefro-metabolica, rappresenta un’urgente opportunità di prevenzione per la salute pubblica, soprattutto oggi che sono disponibili molteplici terapie efficaci.”
La conferenza, infatti, intende sottolineare quanto, sul piano pratico, sia sicuramente importante e condivisibile l’invito ad una visione olistica nell’approcciarsi a questa nuova entità nosografica. Ampia e diversificata è, non a caso, la platea degli autorevoli relatori che offriranno il proprio contributo medico-scientifico durante le due giornate del congresso. Quattro le sessioni in programma, che propongono focus su: il cuore e il paziente cardiopatico, le differenti forme di dismetabolismo, il rapporto fra nutrizione e obesità, il rene e le nefropatie.
Lo screening della sindrome CKM prevede due approcci complementari: da un lato lo screening dei fattori biologici (rischio metabolico, funzione renale, aterosclerosi subclinica, disfunzione cardiaca…) dall’altro quello dei determinanti sociali della salute allo scopo di migliorare l’efficacia delle terapie e promuovere l’equità delle cure. Da qui la necessità di disporre di strumenti e competenze utili alla identificazione precoce dei soggetti a rischio, e alla personalizzazione delle terapie. L’approccio terapeutico è ovviamente funzione dello stadio in cui si agisce.
La partecipazione all’evento formativo garantisce il riconoscimento di 5,6 crediti ECM