L’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ha vinto un finanziamento da 350 mila euro per un progetto di ricerca sul linfoma nei pazienti anziani. La Fondazione Italiana Linfomi ha premiato lo studio proposto da Sabino Ciavarella, coordinatore del laboratorio di diagnostica ematologica e terapia cellulare dell’istituto barese.
Il gruppo di ricerca sarà impegnato, per i prossimi tre anni, nello studio di un particolare tumore del sangue, il linfoma diffuso a grandi cellule B, molto aggressivo, che colpisce in particolare i pazienti con più di 65 anni. Lo studio si avvarrà di tecniche innovative che si basano sullo studio spaziale digitale delle cellule del microambiente tumorale. Studiando in modo approfondito la biologia di questo tipo di tumore, si cercherà di capire se e in che modo i pazienti anziani possano reagire a nuove terapie, come per esempio le terapie biologiche. Spiega a riguardo il dott. Ciavarella: «Conoscere nuovi aspetti di questa malattia, che scatena una reazione immunitaria diversa negli anziani rispetto ai giovani, ci potrà aiutare a individuare nuovi farmaci, meno aggressivi ma non per questo meno efficaci, da usare proprio con i pazienti anziani che, spesso, non sono in grado di affrontare chemioterapie intensive come i giovani a causa dell’immunosenescenza, cioè dell’invecchiamento del loro sistema immunitario». L’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ha vinto un finanziamento da 350 mila euro per un progetto di ricerca sul linfoma nei pazienti anziani. La Fondazione Italiana Linfomi ha premiato lo studio proposto da Sabino Ciavarella, coordinatore del laboratorio di diagnostica ematologica e terapia cellulare dell’istituto barese
«Questo importante riconoscimento – così il direttore generale dell’Istituto, Alessandro Delle Donne – conferma non solo la vitalità della ricerca scientifica del nostro Istituto, riconosciuta e apprezzata da esperti internazionali, ma anche la possibilità di accedere ad altre fonti di finanziamento, non necessariamente pubbliche, che ci permetteranno di dare nuove proposte di cura, sempre più precise ed efficaci, ai nostri pazienti». «Queste notizie – così il presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica dell’Istituto, Gero Grassi – ribadiscono l’impegno di questo Istituto non solo nell’assistenza e nella cura ma anche nella ricerca, attraverso collaborazioni e partnership nazionali e internazionali».