Una consulenza oncogenetica per la valutazione del rischio eredo-familiare di tumore pancreatico, una risonanza magnetica con sequenze di colangio-pancreaticografia e successivamente una visita chirurgica. Sono alcune delle attività dell’ambulatorio del pancreas per i soggetti ad alto rischio di tumore pancreatico dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II”, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, che nei primi sei mesi dal suo avvio ha registrato ben cinquanta accessi da Puglia e Basilicata. L’oncologico barese, infatti, ha da fine marzo aderito al registro italiano di famiglie a rischio di cancro del pancreas e mette a disposizione consulenze genetiche e chirurgiche ed esami per la diagnosi precoce. Si tratta dello studio IRFARPC, Italian Registry of Families At Risk of Pancreatic Cancer, uno studio no profit multicentrico di sorveglianza prospettica dei soggetti a rischio genetico di cancro del pancreas, che ha l’obiettivo di raccogliere dati su pazienti sani, ma a rischio, per orientarli il prima possibile verso esami specifici o cure tempestive.
A pochi giorni dalla Giornata mondiale del tumore al pancreas, il direttore generale Alessandro Delle Donne fa un primo bilancio delle attività del nuovo ambulatorio: «In sei mesi sono stati 50 gli accessi ambulatoriali, 33 i soggetti arruolati, 11 con mutazioni genetiche, 22 con familiarità per cancro pancreatico, 19 i pazienti avviati ad altri ambulatori dedicati. La sorveglianza radiologica è stata effettuata con risonanza magnetica sempre nel nostro istituto, per una presa in carico globale, da radiologi dedicati. Nel 20% dei casi i soggetti hanno richiesto e fruito di una consulenza psicologica, nel 10% di una valutazione nutrizionale. Ringrazio per questo tutto lo staff dell’ambulatorio pancreas».
Il team è composto dal chirurgo Raffaele De Luca, dalla genetista Margherita Patruno, dalla psiconcologa Silvia Costanzo e dalla biologa Stefania Martino. «A breve – spiegano De Luca e Patruno – avremo una importante novità: la possibilità di avviare uno screening genetico attraverso un semplice tampone salivare per le forme cosiddette familiari attraverso lo studio PROPH-ITA, in cui verranno valutati 41 geni. Sarà patrocinato dall’AISP, Associazione italiana per lo studio del pancreas, grazie al supporto economico delle associazioni di volontariato tra cui capofila la Fondazione Nadia Valsecchi, Oltre la ricerca e Codice viola».
«Ricerca e assistenza clinica sempre di pari passo», commenta il presidente del Consiglio di indirizzo e verifica Gero Grassi. «Questo studio ci consentirà di fare ricerca attraverso una cospicua raccolta dati, offrendo assistenza, orientamento e diagnosi precoce ai soggetti a rischio di cancro del pancreas».
Possono accedere all’ambulatorio per la sorveglianza gli individui con almeno due parenti affetti da cancro del pancreas, soggetti con mutazioni genetiche correlate al cancro del pancreas, soggetti con diagnosi di pancreatite o altre sindromi specifiche. L’ambulatorio per la sorveglianza dei tumori del pancreas è attivo nell’unità operativa di chirurgia generale dell’Istituto Tumori di Bari, diretta dal dottor Aurelio Costa. «Il carcinoma del pancreas – spiega Costa – si presenta nel 80-85% dei casi alla diagnosi già in stadio localmente avanzato o metastatico, è gravato da sintomi rilevanti e invalidanti, è biologicamente aggressivo, sviluppa rapidamente chemioresistenza. La possibilità oggi di poter effettuare uno studio di screening e quindi una diagnosi precoce individuando delle persone più a rischio resta indubbiamente uno degli obiettivi principali nella storia naturale del carcinoma del pancreas nei confronti del quale, a tutt’oggi, disponiamo di un armamentario terapeutico per contrastarlo estremamente limitato. Per tale ragione lo studio eredo-familiare consentirà una più precoce intercettazione diagnostica con una conseguente maggiore percentuale di resecabilità e di guarigione dalla malattia neoplastica». Per info centropancreas@oncologico.bari.it.