Complesso intervento su paziente arrivato al Mater Dei Hospital con diagnosi di neoplasia renale destra localmente avanzata, delle dimensioni di 12 cm. Ulteriori approfondimenti fatti dall’equipe chirurgica per preparare l’intervento hanno evidenziato una complicanza seria e rara, collegata alla neoplasia renale, che può comportare la crescita intravascolare del tumore fino a raggiungere la cava addominale ed arrivare fino al cuore dove la cava finisce nell’atrio destro.
Questo è il caso trattato presso il Mater Dei Hospital. Il tumore partiva dal rene destro, invadeva interamente la vena cava inferiore e raggiungeva l’atrio destro, al cui interno aveva le dimensioni di circa 4 cm. Come per tutti i tumori degli organi che insorgono nei “parenchimi” come il rene, dopo un lungo periodo di assoluta assenza di sintomi, si è manifestato clinicamente solo con una subdola “macroematuria”. Prima una ecografia e poi una TAC hanno, però, rivelato la complessa entità della lesione e gli organi interessati.
Un quadro severo sul quale si sono confrontati i chirurghi, cardiochirurghi e cardioanestesisti. Si è deciso, quindi, di procedere all’intervento con un’equipe multidisciplinare formata da urologi coordinati dal Prof. Michele Battaglia, e cardiochirurghi coordinati dal dott. Daniele Maselli.
Attraverso una incisione addominale e una toracica sternotomica mediana eseguite contemporaneamente, si è prima isolato il rene e preparata la vena cava sottodiaframmatica e, poi, in circolazione extracorporea si è spinto in basso il trombo neoplastico ed “estratto “ attraverso una cavotomia sottodiaframmatica. Questa doppia incisione ha consentito pertanto di asportare in un unico blocco il rene, con il trombo atriocavale. L’intervento è stato eseguito con i caratteri “di urgenza”, in virtù di una coordinazione multidisciplinare sia nella fase di preparazione del paziente con l’esecuzione di una valutazione cardiologica completa anche di coronarografia che in sala, dove si sono avvicendati urologi, cardiochirurghi e strumentisti delle due equipes: 9 chirurghi, 4 ferristi e 10 personale della CEC e circolanti. Al successo dell’intervento ha contributo anche l’equipe cardioanestestesiologica guidata dal dott. Giuseppe Columbo.
Il paziente è stato dimesso alla ventesima giornata postoperatoria in buone condizioni generali.