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A Castellaneta si è conclusa la quarta edizione di “Palma”, il progetto di sostegno psicologico dedicato alle pazienti oncologiche in trattamento

Si chiama “Palma – Pazienti oncologiche in trattamento alimentano il loro benessere e danzano la vita” il progetto di sostegno psicologico conclusosi il mese scorso al San Pio di Castellaneta, e il titolo racchiude in sé l’obiettivo e i protagonisti dell’iniziativa. Giunto alla sua quarta edizione, si tratta di un percorso psicologico riabilitativo integrato promosso e realizzato dalla Psicologia Clinica del presidio di Castellaneta, nell’ambito delle proprie attività rivolte ai pazienti oncologici, in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale, il Dipartimento oncoematologico, il day-hospital oncologico e la direzione medica dell’ospedale di Castellaneta.

Hanno partecipato al percorso ventidue pazienti con patologie oncologiche in trattamento. Nel team multidisciplinare, tra operatori sanitari e volontari, la psicoterapeuta Domenica Caforio, Nunzia Galizia e Arianna del Sal insegnanti di yoga, Ester Mancino come estetista, padre Adolfo Marmorino e l’associazione onlus “La Forza e il Sorriso” di Milano. Tra gli obiettivi del percorso, la promozione e il miglioramento della qualità di vita delle pazienti; la riduzione del disagio emozionale, l’ansia, la depressione, la fatigue e il dolore fisico; la prevenzione del rischio psicopatologico; la facilitazione della creazione di reti di supporto sociale per ridurre l’isolamento.

Il percorso riabilitativo ha previsto l’integrazione strutturata di quattro laboratori itineranti – Psicoterapia di gruppo, Incontro con la spiritualità nella cura, Laboratorio di Yoga e massaggio sonoro con le campane tibetane, Laboratorio di bellezza – realizzati in ospedale e nella pineta della Gravina della Murgia Ionica. L’ospedale, luogo di cura, nel progetto è diventato anche luogo di salute, aprendosi a metodologie di cura integrative, con l’opportunità per le pazienti di viverlo in modo più sereno e familiare. L’immersione nella natura e la riscoperta del territorio hanno contribuito a potenziare gli effetti positivi delle attività svolte. Un composito quadro di setting e di linguaggi nei quali le didattiche della meditazione e del rilassamento, della narrazione, della ricerca della propria spiritualità, della cura estetica, hanno offerto alle pazienti uno spazio-tempo di condivisione e di espiazione dei vissuti dolorosi della malattia, di ricerca di strategie di adattamento più efficaci, attraverso la mediazione del gruppo.

Si è trattato di una riabilitazione esistenziale, capace di agire non solo sul disagio psicologico, provocato dalla malattia e dai trattamenti, ma anche sulle parti sane delle donne, facilitando e potenziando l’espressione di emozioni positive, vitalità, auto-accettazione, autostima, coping attivo, capacità di costruire relazioni positive che come sappiamo promuovono salute, benessere e crescita postraumatica, dopo un‘esperienza traumatica qual è la malattia oncologica” – spiega la dott.ssa Caforio – “Le pazienti hanno potuto trasformare la malattia da esperienza traumatica e di perdita in evento creativo, da accogliere come occasione di apprendimento, di maggiore consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità psicofisiche. Hanno potuto essere protagoniste attive della propria cura, della propria salute fisica e psicologica”. In questo percorso, la malattia non costituisce la conclusione ma il punto di partenza per la rielaborazione della propria immagine, dei propri comportamenti e dei valori esistenziali, incidendo sulla riduzione dei sentimenti depressivi legati alla malattia stessa e ai trattamenti in corso.