Il Dg Sanguedolce: “Rintracciati mille casi di neoplasie in fase iniziale e curati in tempo. Nel primo trimestre 2023 raddoppiati gli inviti per lo screening del colon retto. Adesione in crescita anche per i test dei tumori di mammella e utero“
Una campagna di sensibilizzazione alla adesione agli Screening oncologici in favore della Polizia di Stato, mirata a prevenzione e diagnosi precoce dei tumori di cervice uterina, mammella e colon retto. Dopo la sinergia con l’Aeronautica militare e le Forze Armate, la ASL di Bari – con il supporto del Dipartimento di Prevenzione- ha esteso l’attività di promozione degli screening ai dipendenti di Questura e Prefettura, con l’obiettivo di incentivare anche il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno e i loro famigliari ad eseguire i test gratuiti attraverso la raccolta delle adesioni e la creazione di giornate dedicate presso le strutture della azienda sanitaria.
I dettagli sono stati forniti in un incontro divulgativo, presso il Centro Polifunzionale della Polizia di Stato di Bari, a cui hanno partecipato il Prefetto di Bari, Antonella Bellomo, il Questore Giovanni Signer, il direttore generale della ASL di Bari, Antonio Sanguedolce e il direttore del Dipartimento di prevenzione, Domenico Lagravinese.
“Lo screening – ha commentato il direttore generale Asl Bari, Antonio Sanguedolce – è la strategia migliore per intercettare più facilmente e rapidamente le lesioni precancerose e le neoplasie in fase iniziale, tanto che dai primi dati che riguardano l’anno 2022 e i primi mesi del 2023, emerge che si riescono ad individuare almeno mille casi su base annua di lesioni di alto grado o neoplasie. Nello screening mammografico ad esempio sono circa 500 i tumori della mammella rintracciati grazie alla campagna provinciale di screening della ASL di Bari, più della metà dei quali trattati senza la necessità di ricorrere alla chemioterapia, data la precocità della diagnosi”.
Stesso impatto nello screening cervico uterino in cui vengono diagnosticate ogni anno circa 400 lesioni di alto grado, di cui 28 carcinomi: ugualmente nello screening colon rettale si riescono a trattare in tempo in media ogni anno 80 neoplasie.
La ASL di Bari ha impresso una accelerata nel percorso di potenziamento degli Screening, tanto che nel 2022 l’estensione ha raggiunto l’83% nello screening mammografico, il 97% nel cervico uterino e il 53% nel colon rettale. Risultato, questo, della stretta collaborazione tra Direzione Strategica, Dipartimento di Prevenzione e le tre unità operative a valenza dipartimentale degli Screening: mammografico, cervico-uterino e colon rettale.
L’incontro con Questura e Prefettura – coordinato dal Medico Competente della Questura di Bari, Medico Superiore della Polizia di Stato, Marina Valente – è servito ad illustrare i programmi di prevenzione e a fornire le informazioni sulle relative patologie con gli interventi dei medici responsabili delle tre Unità operative ASL dedicate agli Screening.
Per quanto riguarda le mammografie, da gennaio a marzo 2023 sono stati generati 20.404 inviti – a fronte degli 11.598 dell’anno precedente – con una adesione sugli inviti arrivata al 55,7%. Sono dieci i centri della ASL attivi sul territorio: Di Venere, Bari, P.O. San Paolo, Bari, P.O. F. Perinei, Altamura, P.O. S. Maria Degli Angeli, Putignano, P.O. Umberto I, Corato, P.O. Don Tonino Bello, Molfetta, P.T.A. Florenzo Jaja, Conversano, Poliambulatorio di Mola di Bari, Poliambulatorio San Camillo, Monopoli, Poliambulatorio di Casamassima.
Il cancro della mammella è una malattia ad elevata incidenza ed un grande problema sociale: ogni anno in Italia 30.000 donne si ammalano per tumore alla mammella. Nel programma di screening la mammografia è indicata in tutte le donne asintomatiche e non portatrici di mutazione genetica nota dai 50 ai 69 anni di età con cadenza biennale.
“Aderire allo screening è fondamentale – ha spiegato Alessandra Gaballo, responsabile Screening mammografico – per la prevenzione del tumore alla mammella, per diagnosticare precocemente la malattia e, quando necessario, avviare gli approfondimenti diagnostici e i rimedi terapeutici”.
Nello screening del tumore del colon retto gli inviti sono raddoppiati: si è passati dai 17.024 inviti del primo trimestre 2022 ai 33.342 del primo trimestre di quest’anno, con una adesione sugli inviti al 19%.
Il tumore del colon retto è il terzo tumore più frequentemente diagnosticato negli uomini e il secondo nelle donne. Colpisce indifferentemente entrambi ed è considerato in Italia così come in Puglia la seconda causa di morte per neoplasia dopo il tumore al polmone negli uomini e quello della mammella nelle donne.
Lo screening per la prevenzione del tumore del colon retto si rivolge a tutte le donne e a tutti gli uomini dai 50 ai 69 anni e prevede l’esecuzione, ogni due anni, di un test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Il materiale necessario per il test (“il kit”) può essere ritirato nella farmacia più vicina. Se il test è negativo, il risultato viene inviato a casa. Se il test è positivo, la ASL invita ad eseguire esami di approfondimento. Un test positivo non indica necessariamente la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma suggerisce fortemente l’esecuzione di un esame di secondo livello quale la colonscopia.
“L’Ospedale Di Venere è l’hub di riferimento per lo Screening del tumore colon retto – ha detto il dottor Alessandro Azzarone, responsabile Screening CCR Endoscopia Digestiva – e la rete aziendale comprende Ospedale San Paolo, Perinei ad Altamura e San Giacomo a Monopoli. Il volume di attività è in crescita: sono state eseguite complessivamente nel primo trimestre del 2023, 544 colonscopie, a fronte delle 863 con cui si è chiuso il 2022, con la previsione di un trend in aumento fino alla fine dell’anno”.
Rientra, infine, nei programmi di prevenzione lo Screening cervico uterino per il quale la ASL ha generato già nei primi tre mesi di quest’anno 32.103 inviti rispetto ai 27.922 dello stesso periodo del 2022. Anche l’adesione sugli inviti è cresciuta, raggiungendo il 41,88%.
Il tumore del collo dell’utero ogni anno in Italia colpisce 2.400 donne. Questa neoplasia è generata dal Papilloma virus, infezione trasmessa prevalentemente attraverso l’attività sessuale. Nel 90 per cento dei casi il virus viene eliminato spontaneamente, solo nel 10 per cento dei casi non viene eliminato e una donna su cinque può sviluppare il cancro. La vaccinazione è l’arma più efficace per prevenire il papilloma virus sia per uomini che per donne e lo screening oncologico è la strategia migliore per la diagnosi precoce.
“E’ una delle forme tumorali maggiormente prevenibili – ha ricordato la dottoressa Chiara Antonia Genco, responsabile Screening cervico-uterino – ed efficacemente trattabili grazie al vaccino, alla diagnosi precoce e alle terapie disponibili”.