Il dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia “i test non sono, allo stato, eseguibili in ragione dei vincoli imposti dal quadro normativo nazionale”. Il gruppo consiliare Azione “Altro che promozione della salute. Qui, in Puglia, si violano le leggi e come conseguenza si finisce per promuovere i tumori“
Il dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia ha comunicato ai Direttori generali/ Commissari Straordinari delle Asl e degli Ospedali regionali che sono stati sospesi i test genetici estesi per la prevenzione dei tumori al seno e al colon.
Nella nota inviata “Si precisa che l’estensione delle fasce d’età per l’invito ai programmi di screening, la differenziazione dell’offerta di screening per popolazione con storia familiare di tumore a rischio moderato o alto nonché l’avvio dei programmi di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni di geni previste dalle norme regionali non sono, allo stato, eseguibili in ragione dei vincoli imposti dal quadro normativo nazionale in materia di coordinamento della finanza pubblica con particolare riferimento ai vincoli connessi alle Regioni in Piano di rientro”.
Va ricordato che il Consiglio regionale, su proposta del consigliere, Fabiano Amati, commissario regionale di Azione, ha approvato due leggi per potenziare lo screening per la prevenzione precoce del tumore del colon retto e quello al seno. Per quanto riguarda il colon retto, la legge prevede di sottoporre al test della ricerca del sangue occulto nelle feci tutti i pugliesi nella fascia d’età 45-75, pena la decadenza dei direttori generali delle Asl.
Lo stesso Amati insieme ai Consiglieri Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo, e al responsabile regionale del settore sanità di Azione Alessandro Nestola appresa la notizia dell’invio della nota, hanno dichiarato: “È accaduta un’assurdità: hanno sospeso i test genetici per la prevenzione dei tumori al seno e al colon. Altro che promozione della salute. Qui, in Puglia, si violano le leggi e come conseguenza si finisce per promuovere i tumori, soprattutto quelli femminili, forse per festeggiare al meglio l’imminente 8 marzo. Da questo momento comincia la nostra mobilitazione e ci appelliamo agli oncologi, senologi, genetisti, gastroenterologi, associazioni di pazienti e a chiunque senta di dare una mano. Il tutto è stato deciso con un atto abnorme ed eversivo, ossia una letterina, dei dirigenti regionali alle ASL, con cui si sospendono due leggi regionali. Si, esatto, una letterina per sospendere due leggi regionali; più eversione di così non si può. E non solo. Con la stessa letterina, contro i più autorevoli studi scientifici, linee guida e pure contro una recente direttiva europea, sospendono l’ampliamento delle classi d’età per lo screening, mettendo fuori gioco e avviando a maggiore rischio morte migliaia di persone. E mentre sospendono con un atto abnorme queste pratiche salva-vita, con la stessa letterina prendono atto di un fallimento, ossia il mancato raggiungimento da parte delle Asl degli obiettivi di chiamata della popolazione agli screening. E anche in questo caso nessuna parola sulla conseguenza della decadenza dei Dg, prevista dalle stesse leggi, nonostante i risultati raccontino il menefreghismo nei confronti degli obiettivi assegnati dalla Giunta regionale.
Infine: l’unica cosa che i tre scrittori della letterina dovevano fare si ostinano a non fare. Dovevano disporre la taratura del sistema informatico, affinché fosse automatico e a data fissa la prenotazione alla mammografia successiva, nel caso di screening eseguito con esito negativo. Una norma salva-attesa e salva-vita. Ma su questo nessun impegno, perché all’assessorato alla promozione della salute hanno deciso di promuovere la malattia”.