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DCA, la famiglia risorsa nel trattamento

di Maria Pia Cozzari – presidente di Anthropos scs

I DCA sono disturbi con eziologia multifattoriale e trattamento multifattoriale che deve mirare all’integrazione tra i fattori biologici e psico-sociali nel corso di ogni tappa evolutiva. Si tratta di costruire per queste patologie complesse dei percorsi di cura articolati con un costante monitoraggio degli esiti di trattamento e costi sostenibili, così come dettato dalle linee guida della Evidence Based Medicine.

I livelli di cura sono differenziati secondo la gravità del problema in ambulatorio specialistico, day service e day hospital, riabilitazione intensiva residenziale, ricoveri h24 ordinari e di emergenza. Un aspetto importantissimo è quello di integrare il trattamento sanitario e sociale in un continuum di interazioni con le agenzie del territorio, le ULSS, le scuole, il privato sociale, le associazioni familiari.

Risulta così fondamentale promuovere la famiglia come una risorsa nel trattamento, così come è importante evitare e prevenire i ricoveri ospedalieri soprattutto in età pediatrica. Le associazioni delle famiglie DCA, come Cibiamoci in Puglia, socio fondatore del Coordinamento nazionale DCA si occupano da diversi anni di fare prevenzione nelle scuole, e con i pediatri di base in modo che si acceda al primo livello di cura in maniera sempre più precoce.

Nel rapportarci alla realtà, come ricorda Musil nell’Uomo senza qualità, non dovremmo dimenticare lo spazio di apertura verso la possibilità: “Chi voglia varcare senza inconvenienti una porta aperta deve tener presente il fatto che gli stipiti sono duri”. Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può metterlo in dubbio, allora ci deve essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità, potremmo anche definirlo come capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, di non maggior importanza di quello che è o che non è.

In questo orizzonte si inserisce la possibilità che le associazioni DCA si assumano la responsabilità di dare la vita e curarsi di altre vite. Mettersi in un dialogo stretto con tutte le agenzie importanti come la scuola, rappresenta una grande occasione di fare medicina in senso umano, per Guadagnare Salute (il nome dato al Protocollo di intesa che il Ministero della salute e il Ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive hanno siglato nel 2007 per promuovere stili di vita salutari e intervenire precocemente sui DCA), cioè rendersene responsabili.

Accedere al primo livello di cura in maniera precoce vuol dire avere il sostegno dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta. La relazione del medico di famiglia con i propri assistiti si basa su una efficace comunicazione che tenga conto del disagio del paziente nella dimensione fisica, psicologica, sociale, culturale ed assistenziale.

La facilità di accesso allo studio del MMG, la familiarietà del paziente con l’ambiente e la comunicazione che si instaura con il medico di famiglia, costituiscono ottime premesse per identificare i soggetti a rischio di DCA e fare diagnosi precoce dei pazienti che già ne sono affetti, costituendo un fondamentale punto di osservazione epidemiologica e anello di collegamento tra specialisti e cittadini.