Servono delle misure urgenti per evitare altre morti di medici in corsia, come il caso di Manduria. “Il problema estivo dei Pronto Soccorso io lo vivo dal mio primo incarico al Di Venere di Bari nel 1987”, tuona Vincenzo Piccialli, Segreteria Generale Federazione Cisl Medici Puglia.
Nel 2022 con i pensionamenti e la scarsa presenza di medici sul territorio la situazione è degenerata, ma niente di sorprendente ed imprevedibile, niente che la politica non potesse organizzare per tempo, per evitare una crisi del sistema sanitario, in coincidenza con la pandemia, con cui si convive già da tre anni, oggi dunque non più un’emergenza.
Quali sono le soluzioni immediate che Cisl Medici Puglia propone:
– Il ripristino delle USCA (Unità speciali di continuità assistenziale) che hanno avuto un ruolo di rilievo nell’aiutare i medici di medicina generale nella gestione sul territorio dei pazienti COVID o sospetti COVID, le USCA hanno il compito di assistere a domicilio, ospedalizzando, precocemente ed esclusivamente, i casi gravi.
– Incentivare i medici ad andare nei Pronto Soccorso, sollevandoli anche da alcune responsabilità, stipulando contratti assicurativi specifici, perché i rischi che corre un dirigente medico di un pronto soccorso sono più alti.
– Aumentare la sicurezza: non tutti i Pronto soccorso hanno presìdi di sicurezza. Oggi i continui casi di aggressione nei confronti dei medici dimostrano quanto sia necessario e obbligatorio, l’ultimo episodio risale all’inizio di questo mese: un medico è stati investito con l’auto e picchiato fino alla frattura del naso nel parcheggio dell’ospedale Moscati di Taranto.
– Incentivazioni economiche, un problema secondario rispetto ad altri già enunciati, ma che sosterrebbe il duro lavoro dei medici del pronto soccorso con un compenso più adeguato.
– Coinvolgimento degli Specializzandi (discipline Chirurgia d’urgenza o equipollenti) per cui si attiverebbero corsi di formazione nel settore della emergenza-urgenza. Si potrebbero utilizzare come tutor anche medici esperti in pensione che, peraltro potrebbero essere utilizzati anche in turni concordati.
Il problema dei Pronto Soccorso non è mai stato affrontato in maniera strutturale. La Regione ha la possibilità di dare delle tutele in più. Il pronto soccorso è una zona di frontiera dove serve un’alta specializzazione. Non è possibile che per mettere in pronto soccorso un camice bianco a tutti i costi si copra il posto con un otorino o un dermatologo, per fare un esempio. Servono medici specializzati oltre che il sangue freddo e le capacità.
Per formare un medico servono 10 anni non si è pensato per tempo di evitare il numero chiuso all’università che avrebbe portato sul mercato la disponibilità di medici e serve aumentare i posti alle scuole di specializzazione.
“Emiliano non perde occasione per denigrare la categoria dei medici. Cerchiamo medici come fossero calciatori. Noi non siamo mai pagati come calciatori, ma ovviamente molto meno. Noi non abbiamo bisogno di essere corteggiati, ma piuttosto rispettati. Quella di Cisl Medici Puglia è una lotta che non vale solo per i dirigenti medici, ma anche per infermieri e personale paramedico”, conclude Vincenzo Piccialli.