L’azienda sanitaria barese ha concluso tutte le procedure utili alla stabilizzazione per 523 dipendenti, in servizio nella stessa Asl, che saranno assunti a tempo indeterminato
La Asl Bari ha concluso le procedure utili alla stabilizzazione per 523 dipendenti. E’ il primo passo formale per mettere fine alla precarietà di infermieri, medici, tecnici e personale amministrativo in possesso dei requisiti previsti dalla Legge Madia, dall’ultima legge di Bilancio ed in servizio nella medesima azienda.
“E’ una giornata importante per molti lavoratori della sanità – commenta il presidente della Regione, Michele Emiliano – che entreranno a fare parte del sistema sanitario regionale in maniera stabile”.
Il rapporto di lavoro dei 523 lavoratori è dunque da oggi stabilizzato fino alla sottoscrizione del contratto di lavoro a tempo indeterminato senza interruzione della loro continuità lavorativa. Il percorso disegnato coinvolge dirigenti e non, rappresentanti del comparto sanitario, comparto non sanitario, dirigenti medici e dirigenti sanitari non medici.
Soddisfatto l’assessore Rocco Palese per il quale “Dopo il via libera partito dagli uffici regionali siamo contenti di assistere ai primi atti concreti che contribuiranno a rafforzare gli organici delle nostre strutture sanitarie”.
Questo percorso di stabilizzazione raccoglie il grande lavoro realizzato nei mesi scorsi dagli uffici competenti della ASL, cui va la gratitudine della Direzione Generale, ed è anche il frutto di un confronto costruttivo con gli organi regionali e con le organizzazioni sindacali di categoria per la definizione di tempi e modalità.
“E’ la prima volta che la Asl di Bari – commenta il dg Antonio Sanguedolce – stabilizza un numero così elevato di dipendenti. Le stabilizzazioni non sono soltanto un atto amministrativo- continua Sanguedolce – ma in questo momento hanno anche un significato per tutti quegli operatori che, ognuno nel proprio settore, negli ultimi due anni si sono messi al servizio della comunità per assicurare il proprio supporto alla gestione della emergenza Covid”.