dott. Giuseppe Pizzuto, Urologo.
Da uno studio effettuato dalla Società Europea di Urologia un paziente su due non si recherebbe dal medico in caso di emissione di urine rosse. Possiamo veramente permetterci di chiudere un occhio su questo importante segnale? Il termine scientifico per descrivere le urine rosse per la presenza di sangue è “macroematuria” o “ematuria macroscopica”, questi termini descrivono la presenza di sangue chiaramente visibile ad occhio nudo. Quanto il sangue nelle urine viene riscontrato tramite esame urine e non è visibile ad occhio nudo si parla di “microematuria” o “ematuria microscopica”, in questo caso le urine appaiono comunque di colore giallo. L’ingestione di cibi ad alto contenuto di betanina, un pigmento rosso, determina la cosiddetta “pseudoematuria”. Cioè una colorazione rossa delle urine in assenza di sangue. E’ quello che classicamente avviene dopo una scorpacciata di barbabietole.
L’emissione di urine sanguinolente è comune a diverse patologie urologiche e nefrologiche e può accompagnarsi a sintomi molto diversi in base alla patologia di fondo. Una delle cause più frequenti di ematuria è la presenza di calcoli renali, ureterali e vescicali. I calcoli risultano spesso spigolosi, ed il loro movimento durante le normali attività quotidiane o durante esercizio fisico può lesionare l’urotelio (il pavimento che ricopre reni, ureteri, vescica e parte dell’uretra). In base alla posizione del calcolo avremo l’emissione di urine rosse e di coaguli che, se derivanti dal rene e dall’uretere, risultano filiformi. Nel caso di calcoli renali e ureterali, oltre all’ematuria, il paziente riferirà dolore lombare più o meno accentuato. E’ il noto quadro clinico della colica renale. Un’altra importante causa di macroematuria è la cistite emorragica batterica, classicamente più frequente nelle donne. In questo caso, oltre all’ematuria, la paziente riferirà vivo dolore o bruciore durante la minzione. Nell’uomo invece sarà più comune evidenziare l’ematuria in corso di prostatite. Entrambe queste problematiche vengono trattate con terapia antibiotica. Anche i pazienti che sono stati sottoposti a radioterapia pelvica, per esempio per neoplasia prostatica, vescicale, uterina o rettale possono presentare ematuria, correlata a necessità di dover “correre” per poter urinare, frequenza minzionale elevata, o bruciore durante la minzione; questi sono i sintomi della cisite da radioterapia, la cosidetta “cistite post-attinica”.
L’ipertrofia prostatica e la stenosi uretrale possono correlarsi all’ematuria. In questo caso il paziente presenterà oltre al sangue nelle urine anche difficoltà allo svuotamento della vescica. L’ematuria può comparire anche in soggetti giovani e sportivi, come ad esempio i maratoneti, dopo uno sforzo prolungato. In questo caso risulta spesso transitoria e autolimitantesi. Raramente risulta necessario il drenaggio delle urine tramite il posizionamento di un catetere vescicale. Nella maggior parte dei casi non è l’ematuria in sé a indurre il paziente a sottoporsi alla valutazione medica, ma la presenza di altri sintomi, tipici delle patologie già descritte.
Esiste però una forma di ematuria estremamente subdola, la cosiddetta ematuria “monosintomatica”. Viene descritta come la presenza di sangue nelle urine senza ulteriori sintomi. Il paziente non presenta bruciore o dolore durante la minzione a meno che non si formino coaguli che impediscano lo svuotamento vescicale. In alcuni casi può anche essere “capricciosa”, cioè iniziare e finire senza nessun fattore scatenante evidente. In questo caso il paziente può essere tentato di sottovalutare il problema, soprattutto se l’ematuria si autolimita dopo qualche giorno. L’ematuria “monosintomatica” e “capricciosa” è il classico sintomo del tumore di vescica. Tumori di vescica di dimensioni più o meno importanti, i cosiddetti “polipi” tendono a sanguinare in quanto molto vascolarizzati. Inoltre la vescica essendo un ambiente acquoso permette un sanguinamento più prolungato. Ecco spiegato perché il sanguinamento tende a durare ore o giorni, soprattutto se il paziente assume farmaci anticoagulanti.
Anche tumori renali, o dell’uretere possono sanguinare, in questi casi, oltre alla ematuria possiamo riscontrare anche dolore colico dovuto ai coaguli che ostacolano il normale deflusso delle urine dal rene sino in vescica. Inoltre va considerato che la perdita di sangue con le urine, può portare il paziente ad anemizzarsi. Il riscontro e la rimozione del tumore e in uno stadio precoce permette nella maggior parte dei casi di salvaguardare parzialmente gli organi coinvolti, mentre se la presenza sangue nelle urine viene sottovalutata è possibile che il tumore progredisca, rendendo necessari trattamenti chirurgici più invasivi. Risulta quindi evidente, in caso di ematuria microscopica o macroscopica, l’importanza di rivolgersi al proprio Urologo, per far luce quanto prima, su di un possibile problema nascosto.
Chi è Giuseppe Pizzuto
Dirigente Medico di Primo Livello presso l’ospedale della Murgia “F. Perinei” ASL Bari. Già Dirigente Medico presso l’ospedale “Di Summa-Perrino” di Brindisi. Laureato presso l’Università degli studi di Bari col massimo dei voti. Ha conseguito il diploma specialistico in Urologia e Andrologia presso l’Università degli studi di Torino presidio Molinette con il massimo dei voti. Attivo in ricerca scientifica in campo andrologico e oncologico con studi pubblicati su riviste nazionali e internazionali. Pregresse esperienze formative e lavorative in ambito Medico e Urologico presso: Ospedale Reina Sofia in Cordoba (Spagna), Hospital Universitario da Universidade Federal do Piaui (Teresina, Brasile) Noth Kinangop Catholic Hospital (Noth Kinangop, Kenya) Ospedale San Lazzaro, Alba (Cuneo). Si occupa di Patologia benigna e maligna in campo Urologico e Andrologico con approccio clinico e chirurgico endoscopico, laparoscopico e open. Per saperne di più: https://www.urologo.online