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Ricoverati al pediatrico Giovanni XXIII di Bari mamma e due figli provenienti dell’Ucraina

I tre assistiti nel reparto di Malattie infettive: la donna e uno dei bambini positivi al Covid

Sono arrivati ieri sera a Bari tre profughi ucraini, una mamma di 21 anni con i suoi due figli di 2 e 3 anni, e sono stati ricoverati nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. I tre sono stati trasferiti dalla Calabria, dove avevano già ricevuto le prime cure, ma, dopo gli screening, la madre e uno dei due bambini sono risultati positivi al Covid. Così è stato disposto il trasferimento nell’ospedale barese dove possono ricevere cure specialistiche.

I tre sono stati accolti nel reparto di Malattie infettive, diretto dalla dottoressa Desirèe Caselli, e sistemati in una stanza con una smart tv, donata nei giorni scorsi proprio per il reparto dal Babbo Natale barese Nicola Figliuolo, presidente dell’Associazione “Body Talk” di Modugno, dove possono vedere trasmissioni e cartoni animati on demand in più lingue.

A disposizione della famiglia ucraina ci sono anche gli psicologi dell’ospedale Giovanni XXIII che si occuperanno di seguire i più piccoli che hanno subito il trauma del distacco e della guerra.

I tre provengono da Vasylkiv, città alle porte di Kiev fortemente colpita dai bombardamenti bellici, e sono arrivati in Italia a bordo di un furgone con un gruppo di altri bambini.

Fin dall’inizio del conflitto in Ucraina il Policlinico di Bari ha risposto all’sos internazionale mettendo a disposizione posti letto e cure specialistiche. Il valore della solidarietà che anima e guida il nostro servizio sanitario nazionale va oltre ogni frontiera. I nostri professionisti si prenderanno cura al meglio dei piccoli pazienti arrivati all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII sperando di poterli dimettere il prima possibile” dichiara Giovanni Migliore, direttore generale del Policlinico di Bari.  

I bambini sono in buone condizioni, la mamma assumeva già altri farmaci ma stiamo sottoponendo tutti a controlli  prima di poter somministrare terapie” spiega la dottoressa Caselli. A supportare i medici ci sono anche i mediatori culturali. A coordinare il trasferimento dei pazienti e l’accoglienza è stato il dirigente medico di presidio dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, Livio Melpignano