L’Ospedale Di Venere conferma il suo ruolo di riferimento aziendale nel campo dello screening per il carcinoma del colon-retto (CCR), combinando attività clinica d’eccellenza, innovazione tecnologica e ricerca scientifica all’avanguardia. Nel 2024, sono state eseguite oltre 6000 procedure endoscopiche, di cui 1236 colonscopie rientranti nel programma di Screening CCR. A queste si affiancano centinaia di interventi di secondo livello, tra cui ERCP (colangio-pancreatografia endoscopica retrograda), procedura diagnostica e terapeutica che permette di studiare e trattare le vie biliari e il pancreas, resezioni endoscopiche a tutto spessore (E-FTR), posizionamento di protesi e PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea).
A partire da quest’anno sono state introdotte anche nuove tecniche come l’enteroscopia, l’ecoendoscopia e l’ESD (Dissezione endoscopica sottomucosa) per la rimozione di lesioni preneoplastiche complesse del colon e del retto, oltre all’implementazione delle E-FTR .
L’attività si estende anche ai presidi ospedalieri di Monopoli e Putignano, dove nel 2025 sono già state effettuate rispettivamente oltre 2000 e 1500 prestazioni endoscopiche, rafforzando un sistema “hub & spoke” efficiente e centrato sul paziente.
“Molte delle procedure avanzate – dichiara il dottor Alessandro Azzarone, responsabile della Unità operativa di Endoscopia digestiva e Screening del colon retto – vengono condotte su pazienti ricoverati e all’interno di un ambiente protetto quale quello della sala operatoria, pertanto i risultati ad oggi ottenuti e il consolidamento degli stessi sono possibili anche grazie alla costante e proficua collaborazione e disponibilità delle unità operative di Chirurgia Generale e di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Di Venere”.
Innovazione attraverso la Ricerca
Sono attualmente attivi due progetti di ricerca strategici, finalizzati a sviluppare strumenti sempre più precisi per la diagnosi precoce del carcinoma del colon-retto.
Il progetto Colon Sicuro sviluppato con il supporto della Regione Puglia – in collaborazione con le Università di Lecce, Salerno e Pavia, analizza il profilo metabolomico e lipidomico di soggetti con SOF (sangue occulto nelle feci) positivo per identificare nuovi biomarcatori predittivi di neoplasia. Il progetto si inserisce nel contesto del programma regionale di screening per il carcinoma del colon-retto della Regione Puglia e rappresenta un’iniziativa innovativa per integrare la prevenzione oncologica con la ricerca scientifica avanzata. Lo studio prevede la caratterizzazione multi-omica di una coorte di pazienti che si sottopongono a colonscopia dopo essere risultati positivi al test per il sangue occulto nelle feci (SOF), primo livello dello screening.
L’obiettivo finale è individuare biomarcatori presenti nel sangue che siano associati a lesioni pre-cancerose o tumorali del colon-retto. Tali marcatori, se validati, potrebbero in futuro costituire strumenti pre-diagnostici in grado di meglio selezionare i soggetti da sottoporre a colonscopia incrementando quindi l’appropriatezza prescrittiva e riducendo i numeri di soggetti da studiare con esami di II° livello quali la colonscopia contribuendo così a migliorare l’efficacia e l’efficienza dei programmi di screening oncologico.
Il progetto rappresenta un importante esempio di integrazione tra sanità pubblica, prevenzione e ricerca scientifica di frontiera, con un forte impatto potenziale sulla salute della popolazione e sull’ottimizzazione delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale.
Il secondo progetto è “NI GUILTI – Non-Invasive Gut and Intestine Linked Tumor Investigation” ha l’ambizioso obiettivo di individuare biomarcatori fecali non invasivi attraverso lo studio del microbioma. Il progetto mira a ridurre la necessità di colonscopie superflue, ottimizzando l’accesso alle procedure per chi ne ha reale bisogno.
Il cancro del colon-retto rappresenta una delle principali cause di morte per tumore a livello globale. In questo contesto nasce NI-GUILTI, uno studio osservazionale multicentrico nazionale promosso dalla Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e co-finanziato dal Ministero della Salute (PNRR), con l’obiettivo di sviluppare un innovativo strumento diagnostico non invasivo basato sull’analisi del microbioma intestinale.
Il progetto si propone di migliorare la diagnosi precoce del cancro del colon-retto e degli adenomi colorettali avanzati, andando oltre le attuali limitazioni del test immunochimico fecale (FIT), oggi principale mezzo di screening. Studi recenti suggeriscono che alterazioni specifiche del microbiota intestinale possano rappresentare biomarcatori affidabili per identificare il rischio oncologico.
“I risultati attesi – prosegue Azzarone – potrebbero rappresentare un passo avanti decisivo verso un sistema di screening più accurato, personalizzato e meno invasivo, con importanti ricadute sulla salute pubblica”.