Agli ex Baraccamenti Cattolica, strutture completamente rinnovate per la nuova sede del Dipartimento di Prevenzione. Una sede museo che, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza, custodisce e mostra i preziosi reperti ritrovati durante i lavori.
Alla presenza del Presidente Michele Emiliano, del Sindaco Rinaldo Melucci e delle autorità civili e militari provinciali, si è tenuta stamattina la presentazione della nuova sede del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto. Non si tratta di una sede qualunque, ma di una parte degli edifici, completamente recuperati e ristrutturati, siti negli ex Baraccamenti Cattolica, struttura storica della città di Taranto posta al termine della centralissima via Di Palma, davanti all’ingresso dell’Arsenale della Marina Militare.
L’imponente struttura, intitolata all’ammiraglio Pasquale Leonardi Cattolica (1854-1924), anche Ministro della Marina nel Regno d’Italia, e risalente ai primi decenni del Novecento, è stata per molti anni sede delle attività ricreative per il personale della Marina Militare e dell’Arsenale, per poi essere completamente dismessa. Dopo un periodo di abbandono e degrado, la struttura è stata ceduta dalla Marina Militare al Comune di Taranto e, grazie a un accordo tra questo, la Regione (nel 2012) e l’Asl Taranto, destinata a un’attività di recupero e ristrutturazione per diventare la nuova sede del Dipartimento di Prevenzione.
“Il nuovo dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – è un grande investimento anche perché è chiaro che Taranto è la città sentinella. Qui, in questo dipartimento, si progettano gli screening che devono intercettare le malattie prima che diventino grandi, con particolare riferimento alla situazione ambientale. Il nuovo ospedale San Cataldo, l’oncologico al Moscati, l’oncologia pediatrica, questo dipartimento: sono tutti finalizzati a realizzare tutto quello che non era stato realizzato nei trent’anni precedenti. Ci siamo riusciti in cinque-sei anni e naturalmente lo stress è altissimo, ma anche la soddisfazione. Tuttavia siamo solo all’inizio. E lo dico a tutti coloro che immagino abbiano ancora tante cose da chiedere alla sanità, alla pubblica amministrazione, al Comune di Taranto, alla Regione Puglia. Quando una città è rassegnata – ha concluso Emiliano – non chiede più niente. Adesso che si cominciano a vedere i primi risultati, le domande per i diritti sono sempre più alte, ed è giusto che sia così”.
L’accordo tra il Comune e la Asl Taranto, per l’uso di cinque fabbricati, è stato sottoscritto nel 2016 e ha dato avvio a tutte le procedure e le attività necessarie per arrivare alla presentazione odierna. Considerato il fatto che la zona in cui si trova la struttura è all’interno dell’antica necropoli, i lavori di recupero, iniziati nell’estate 2019 e rallentati in periodo Covid, sono stati subordinati al controllo degli archeologi e degli studiosi della Soprintendenza che hanno vigilato su di essi con l’obiettivo di recuperare e studiare i reperti ritrovati. La stretta collaborazione tra la direzione dei lavori con le maestranze impegnate e la Soprintendenza ha permesso di procedere con i lavori attraverso interruzioni parziali e senza compromettere la ricerca archeologica.
La ristrutturazione è stata imponente e ha portato alla realizzazione degli spazi necessari per ospitare le attività del Centro Salute Ambiente del Dipartimento di Prevenzione. “Le attività del Dipartimento di Prevenzione sono numerose e varie ed è fondamentale avere degli spazi adeguati – ha dichiarato il direttore generale della Asl Taranto Vito Gregorio Colacicco – Adesso abbiamo a disposizione una struttura completamente ristrutturata e progettata in base alle esigenze di chi qui ci lavora ma anche del pubblico. Abbiamo uffici adatti, spazi di servizio e di attesa proporzionati ma soprattutto ambulatori, una sala conferenze, una palestra completamente rinnovata in una struttura belal e accogliente in una zona centrale della città.”
Il Centro Ambiente Salute si trova quindi ora nel centro della città. Misura circa duemila metriquadri, per quel che riguarda i lavori effettuati, il padiglione n 1 e n 2 sono stati collegati per ottenere un maggior numero di uffici e permettere di conservare la tomba ritrovata all’interno dell’edificio 1 rendendola visibile sia dall’interno che dall’esterno. L’edificio 3 (sotto il quale sono state individuate altre tombe, tra cui quelle di un bambino il cui scheletro era in buono stato di conservazione) ospita altri uffici e una sala conferenze da 70 posti, accessibile anche da via Di Palma per poter essere utilizzata anche quando gli uffici saranno chiusi al pubblico. L’edificio 4, probabilmente edificato in origine negli anni 70, era in pessime condizioni e non aveva valenza storica, per garantirne stabilità e sicurezza è stato ricostruito ex novo e ora ospita locali tecnici. L’edificio 5 ospita la palestra per le attività motorie con i relativi uffici e servizi.
Gli scavi hanno consentito il ritrovamento di numerosi reperti in più luoghi differenti dell’area di cantiere, spesso all’interno dei corpi di fabbrica, tra cui diverse tombe alla cappuccina di epoca romana con resti di scheletri di uomini, donne e bambini, una tomba da incinerazione, vasellame di vario tipo e foggia, statuette in ceramica, stili in osso in bronzo d’epoca romana, anello con incastonata una pietra preziosa, moneta in oro di epoca romana, moneta dell’epoca di Tiberio, specchio in bronzo, porta profumi, strigile in ferro, e tant’altro ancora. Tutti i reperti sono stati catalogati e sono in fase di restauro e studio nei laboratori della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo, nell’ex Convento di Sant’Antonio a Taranto; sono state previste, già in fase di progettazione, otto vetrine espositive che accoglieranno, secondo un percorso tematico e cronologico, i materiali recuperati. Per la giornata di oggi sono state allestite tre vetrine in una sorta di “anteprima” dell’intero percorso che sarà arricchito da pannelli esplicativi e da video che illustreranno le diverse fasi dello scavo, con restituzioni in 3D di alcune aree di intervento.
Grazie alla collaborazione tra la ASL Taranto e la Soprintendenza, si è potuta sviluppare una strategia d’intervento per la valorizzazione del patrimonio culturale venuto alla luce durante i lavori e che verranno restituiti allo stesso sito, anche in una prospettiva di inserimento in un sistema a rete di risorse culturali presenti nella città di Taranto che attivi processi di conoscenza della storia dei luoghi e delle espressioni artistiche che l’hanno attraversato e di partecipazione delle comunità locali alla valorizzazione dei patrimoni che la città custodisce.
“Grazie a questa sede, abbiamo concentrato le attività del Dipartimento di Prevenzione al centro della città – ha affermato il direttore del Dipartimento di Prevenzione Michele Conversano – Credo che in questa città la prevenzione debba avere un ruolo molto importante. Abbiamo ritrovato la storia di Taranto sotto i nostri piedi e, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza, abbiamo potuto recuperarla e la valorizzeremo nei nostri spazi, proprio dove i reperti sono stati ritrovati. Abbiamo anche rivalorizzato una sede storica, quale era il CRAL dell’Arsenale che con il cinema, l’arena, lo spaccio, i luoghi di ritrovo ha contribuito a rendere Taranto una realtà industriale. In questa struttura trovano ora posto la direzione del dipartimento, la sede del centro Salute Ambiente, l’attività di sorveglianza delle attività cardiovascolari e respiratorie, il centro screening oncologici, il centro vaccinale per gli anziani, la sorveglianza nutrizionale, il coordinamento delle attività nelle scuole. Ci auguriamo che una sede così bella possa avvicinare ancora di più i cittadini alla prevenzione”.
I lavori hanno riguardato il completo recupero o rifacimento delle strutture, l’efficientamento energetico, gli impianti elettrici e similari, gli impianti meccanici, le componenti architettoniche e gli arredi e hanno registrato un costo totale di circa 9 milioni di euro, finanziati con i fondi Salute Ambiente e con quelli FESR.