Anche quest’anno l’Unità operativa complessa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Perrino di Brindisi, diretta da Luigi Vernaglione, congiuntamente alla Società italiana di nefrologia e alla Fondazione italiana del rene, aderisce alla Giornata mondiale del rene, che sarà celebrata giovedì 9 marzo.
Per l’occasione il personale della Nefrologia allestirà due postazioni per lo screening gratuito delle malattie renali. A Brindisi dalle 9 alle 18 medici, infermieri e operatori sociosanitari saranno presenti all’ospedale Perrino, in prossimità del Cup al primo piano. A Francavilla Fontana, invece, i cittadini potranno sottoporsi agli screening al piano terra del Castello Imperiali, dalle 7.30 alle 13.30. Lo screening prevede il controllo della pressione arteriosa, l’esame delle urine per la ricerca di proteinuria e un breve colloquio medico, con la distribuzione di materiale informativo. In caso di anomalie, i pazienti saranno invitati a svolgere un approfondimento diagnostico.
“La malattia renale cronica – spiega Vernaglione – interessa circa il 10% degli italiani. L’ipertensione arteriosa e il diabete mellito, due patologie di comune riscontro nella popolazione generale, sono tra le prime cause di nefropatia. Nella Asl Brindisi al momento si contano circa 200 pazienti in trattamento emodialitico, 15 in trattamento dialitico peritoneale e 110 trapiantati di rene”.
Vernaglione sottolinea che la Giornata mondiale del rene, inoltre, è “l’occasione per sensibilizzare sulla cultura della donazione degli organi. Nel 2022 i trapianti di rene eseguiti nel centro regionale del Policlinico di Bari sono stati 80, dato più alto degli ultimi anni. I pazienti in lista d’attesa per trapianto di rene su base nazionale sono tuttavia 6.132. È necessario incrementare il numero delle donazioni di organi sensibilizzando e superando le paure del 30% della popolazione che, ancora oggi, si oppone alla donazione”.
La malattia renale cronica è spesso definita “silenziosa”, poiché può rimanere senza sintomi sino agli stadi terminali, in cui è opportuno avviare un trattamento sostitutivo (emodialisi, dialisi peritoneale o trapianto di rene). Seppur asintomatica, può essere individuata sin dalle prime fasi con semplici esami di laboratorio (dosaggio della creatininemia e calcolo del filtrato glomerulare, esame delle urine) e valutazioni cliniche (misurazione della pressione arteriosa). La diagnosi precoce è pertanto fondamentale per prevenire le nefropatie croniche e i danni connessi. Le complicanze cardiovascolari associate con la malattia renale includono l’infarto miocardico, l’angina, lo scompenso cardiaco, l’ictus, la malattia vascolare periferica, le aritmie e la morte improvvisa.
“Il rischio per ciascuna di queste complicanze – conclude Vernaglione – cresce in modo direttamente proporzionale alla progressione di gravità della malattia renale; quindi, le opportunità di prevenzione possono essere vanificate da un’inerzia diagnostica. Intervenire precocemente consente di poter adottare una serie di misure legate allo stile di vita, come il controllo della pressione arteriosa nei pazienti ipertesi e quello della glicemia nei pazienti diabetici, oltre alla prescrizione di farmaci in grado di rallentare la progressione della malattia. Cruciale è inoltre la collaborazione con i medici di medicina generale: per questo è stato recentemente adottato un Pdta, percorso diagnostico terapeutico assistenziale, per la gestione integrata del paziente nefropatico”.