Presso il Pta di Canosa di Puglia è avvenuta la prima somministrazione nell’Asl Bt dell’Inclisiran, innovativo farmaco capace di ridurre drasticamente i livelli di colesterolo e quindi di diminuire il rischio di malattie cardiovascolari quali ad esempio infarti e ictus.
Si tratta di un farmaco di recente approvazione, il cui impiego è stato autorizzato dall’EMA nel dicembre del 2020, somministrato ad un paziente 61enne infartuato, già sottoposto a rivascolarizzazione miocardica mediante angioplastica e con colesterolo LDL non a target.
“L’Inclisiran – afferma il dott. Giuseppe Diaferia, Responsabile della Riabilitazione cardiologica del Presidio territoriale Post Acuzie di Canosa di Puglia – sfrutta la biologia molecolare attraverso un frammento di RNA che interferendo con l’RNA messaggero blocca la produzione di una proteina, la PCSK9, responsabile della degradazione del recettore per il colesterolo LDL”.
Secondo le indicazioni dell’Aifa, che ne ha approvato la rimborsabilità lo scorso mese di ottobre, l’Inclisiran è indicato negli adulti con ipercolesterolemia primaria (eterozigote familiare e non familiare) o dislipidemia mista (condizioni caratterizzate da alti livelli di grassi nel sangue, incluso il colesterolo).
Negli studi che hanno condotto all’approvazione, Inclisiran si è dimostrato utile nel ridurre i livelli di colesterolo in maniera maggiore rispetto alle statine o ad altri medicinali indicati per l’abbassamento dei lipidi nel sangue. In particolare, dopo un anno e tre mesi di assunzione, nei pazienti trattati con il nuovo farmaco il colesterolo LDL era sceso di oltre il 50% rispetto a quelli che avevano assunto il placebo.
“L’obiettivo finale di questa terapia – prosegue Diaferia, il quale è anche il presidente regionale dell’Associazione Italiana di Cardiologia Riabilitativa – è ottenere nel paziente una drastica riduzione dei livelli di colesterolo LDL circolante, quello comunemente chiamato cattivo. Crediamo molto in questo farmaco d’avanguardia in quanto con il suo utilizzo abbiamo a disposizione un salvavita per i pazienti ad alto rischio di infarto”.