Su ‘The Lancet Regional Health – Europe’, una nuova rivista ad accesso aperto, parte dell’iniziativa globale di The Lancet, ideata per sostenere la qualità e l’accesso all’assistenza sanitaria in tutte le regioni del mondo è stato appena pubblicato un contributo a più voci per sottolineare lo storico via libera dell’8 febbraio scorso ai nuovi articoli 9 e 41 della Costituzione, che trattano di protezione ambientale e di ecosistemi.
Il contributo è firmato da: Michele Emiliano (Presidente della Regione Puglia), Prisco Piscitelli e Alessandro Miani (Vicepresidente e Presidente SIMA), Sergio Costa (Già Ministro per l’Ambiente), Andrea Costa (Sottosegretario alla Salute), Nicola Caputo (Assessore Regionale all’Agricoltura e Foreste della Campania), Francesco Schittulli (Presidente LILT), Marco Bonabello (Direttore per la Sicurezza Economica e Ambientale dell’Assemblea Parlamentare OSCE), Fabio Pollice (Geografo e Rettore dell’Università del Salento), Alfonso Pecoraro Scanio (ex Ministro dell’Ambiente), Antonio Felice Uricchio (Giurista e Presidente ANVUR).
Questo il testo dell’articolo: <L’8 febbraio il Parlamento italiano ha finalmente approvato la modifica dell’articolo 9 della Costituzione dichiarando che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca tecnico-scientifica, tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle generazioni future; le leggi dello Stato regoleranno le forme di protezione degli animali”. Il Parlamento ha così riformulato il precedente articolo 9 della Costituzione, che includeva genericamente la tutela del “paesaggio”. Anche il cruciale articolo 41, relativo alla libertà di iniziativa economica, è stato così modificato: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può avvenire in contrasto con l’utilità sociale o quando lede la sicurezza, la libertà, la dignità umana, la salute e l’ambiente. La legge prevede adeguati programmi e controlli, affinché le attività economiche pubbliche e private possano essere orientate e coordinate a fini sociali e ambientali”. Tale riforma costituzionale chiarisce definitivamente anche i termini di applicabilità dei reati ambientali, questione giuridica entrata nell’ordinamento italiano solo nel 2015 con l’ambigua formula della punizione dei danni ambientali causati “in modo abusivo”, sottintendendo quindi che vi possano essere anche quelli.1Tali modifiche costituzionali rappresentano un’affermazione di principi fondamentali che avranno importanti conseguenze in quanto configurano un nuovo presupposto per contrastare l’emissione di inquinanti pericolosi in tutte le matrici ambientali (aria, acqua, suolo), che prima erano riconosciute solo come caso generico di “ gettare o abbandonare cose pericolose”. Estendere la tutela costituzionale all’ambiente e agli ecosistemi significa anche aumentare il livello di tutela della salute dei cittadini, in particolare dei gruppi più vulnerabili come i bambini ei malati/anziani, come già evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.2Inoltre, la prospettiva della protezione dell’ambiente “nell’interesse delle generazioni future” risponde alla visione sfidante del Green Deal europeo, ed è chiaramente in linea con il piano europeo Next Generation EU, recentemente adottato in Italia come Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR), grazie alla disponibilità del relativo sostegno finanziario europeo.3Infine, l’emendamento costituzionale in materia di biodiversità e protezione degli animali – oltre alla nuova sensibilità sociale nei confronti della sofferenza degli animali – è strettamente conforme al quadro complessivo noto come “One Health Approach” (riconoscendo l’interdipendenza della salute umana e degli ecosistemi) adottato da l’UE nella prospettiva di prevenire la resistenza antimicrobica e le future epidemie o pandemie originate da zoonosi, come esemplificato dall’attuale emergenza COVID-19.45Il recepimento costituzionale della tutela ambientale apre anche nuove possibilità di applicazione del principio di precauzione sancito dall’articolo 191 degli attuali Trattati sul funzionamento dell’Unione Europea per “consentire una rapida risposta di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, o per proteggere l’ambiente”. Tuttavia, l’applicazione di tale principio è piuttosto difficile in situazioni reali, come le procedure di autorizzazione di attività a potenziale impatto ambientale, per la mancanza di chiari riferimenti normativi. In questa prospettiva, la rinnovata Costituzione italiana potrebbe rappresentare un valido modello per altri paesi per ridisegnare il proprio quadro giuridico includendo la tutela dell’ambiente e della salute.>
L’articolo è consultabile a questo link https://www.thelancet.com/journals/lanepe/article/PIIS2666-7762(22)00060-6/fulltext