Presentati a Bari i risultati del progetto di ricerca e innovazione a carattere pilota GREEN – Generare Risorse Ed Economie Nuove
Si intitola GREEN – Generare Risorse Ed Economie Nuove ed è il progetto pilota portato a termine dall’associazione Abap aps per lo studio delle capacità della canapa di bonificare i terreni dai metalli pesanti. I risultati della sperimentazione – presentati nel corso del seminario finale, svoltosi lo scorso venerdì a Bari nella sede dell’associazione – dimostrano che la canapa ha una grande capacità di agire come fitorimedio, confermando i presupposti alla base del progetto. GREEN è stato finanziato dalla Regione Puglia con L. R. 6 giugno 2017, n.21 “Promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi ed ambientali”.
Il seminario si è aperto con i saluti di Valeriana Colao, presidente di ABAP Aps.
I risultati ottenuti dalla misura regionale sono stati illustrati da Vitantonio Priore, in rappresentanza della Regione Puglia, Sezione Filiere Agricole Sostenibili e Multifunzionalità, che si è soffermato sui diversi aspetti indagati dai progetti di ricerca e dai progetti pilota realizzati.
I risultati di GREEN dimostrano che il dispositivo sperimentale adottato e le osservazioni effettuate si sono dimostrate efficaci a fornire la risposta ai quesiti posti dal progetto. Nonostante la stagione estiva sia stata caratterizzata da temperature elevate e scarse piogge, impedendo alla canapa di estrinsecare tutta la propria potenzialità produttiva, il progetto ha evidenziato che la canapa tollera la coltivazione in siti contaminati da metalli pesanti. Passando dal suolo naturale a quello artificialmente contaminato, si assiste ad una trascurabile riduzione delle sue dimensioni. “Questo risultato è di particolare rilievo in considerazione degli elevati livelli di inquinamento del suolo in cui si è svolto l’esperimento”, ha affermato Marcello Mastrorilli, agronomo e consulente del progetto.
GREEN ha dimostrato che la canapa è una coltura che effettivamente estrae i metalli pesanti dal suolo, li accumula nei tessuti della parte sotterranea e aerea della coltura. La potenzialità di decontaminare un suolo contaminato da metalli pesanti è reale. La velocità di risanamento del suolo è proporzionale al numero di cicli che vengono ripetuti sullo stesso terreno, avendo cura di asportare completamente la pianta. Infatti, le quantità di metalli pesanti estratti dalla canapa durante un ciclo colturale, per il cinquanta per cento sono accumulati nella parte aerea e l’altra metà nelle radici. Quindi l’efficacia del risanamento dipende dalla tecnica di raccolta che dovrebbe essere in grado di allontanare dal campo anche la parte ipogea.
“Non si tratta di un progetto isolato”, ha spiegato Laura D’Andrea, agronoma e consulente di GREEN, descrivendo l’effervescente attività di ricerca in Italia che ruota attorno alla canapa e al suo impiego nei campi a scopo medicale, industriale e alimentare.
“L’intervento svolto promuove la salvaguardia della salute del territorio attraverso il recupero di una tradizione italiana secolare, legata alla coltivazione della canapa, in un momento storico che vede la sua coltivazione tornare protagonista dei settori produttivi” – ha sottolineato Alma Sinibaldi, progettista di Abap aps – “Azioni sostenibili, a basso impatto ambientale, e improntati su principi di economia circolare e sviluppo locale”.
Al termine della sperimentazione in campo, inoltre, il canapulo (ovvero il fusto della canapa raccolta) è stato utilizzato per la realizzazione di un prototipo di biomattoni, in calce e canapa. Un prodotto – illustrato da Michele Mariano, consulente del progetto – che può contribuire ad alimentare la filiera dell’edilizia sostenibile, dando vita ad un modello di economia circolare.
In conclusione, Elvira Tarsitano, direttore generale dell’associazione Abap, ribadisce che “la canapa rappresenta una risorsa pulita per un’economia circolare ed ecosostenibile che può contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, risultando utile, in particolare, al contrasto dei cambiamenti climatici verso comunità sostenibili e resilienti”.