I funghi velenosi, raccolti dal figlio, scambiati per commestibili. Individuate le specie tossiche e attivata la terapia appropriata. Buona prassi far controllare i funghi raccolti dai micologi ASL prima del consumo.
Un uomo di ottantadue anni è ricoverato all’ospedale di Manduria a seguito di una intossicazione da funghi. L’uomo è arrivato al Pronto Soccorso del nosocomio manduriano martedì 30 novembre pomeriggio, in preda a gravi insufficienze dovute all’ingestione di funghi freschi spontanei raccolti in campagna dal figlio.
Il medico del Pronto Soccorso che ha visitato l’anziano ha contattato il micologo in servizio presso il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto il quale ha potuto appurare come, tra i funghi consumati dal ricoverato, vi fossero due specie tossiche appartenenti al genere Clitocybe, scambiati durante la raccolta per cardoncelli selvatici, questi ultimi commestibili e adatti al consumo umano.
Una volta individuate le specie velenose e la sindrome associata, i sanitari del Pronto Soccorso si sono messi in contatto con il Centro Antiveleni di Foggia per individuare la terapia appropriata per il tipo di avvelenamento. Grazie alla somministrazione della terapia, al momento le condizioni del paziente sono in miglioramento, anche se l’uomo, che ha un solo rene, è ancora sotto osservazione.
Per poter procedere alla raccolta dei funghi, sia come raccoglitore occasionale, sia come raccoglitore professionale, è obbligatorio essere in possesso dell’Attestato di idoneità all’identificazione delle specie fungine, che si ottiene dopo aver frequentato un corso e superato un test. In ogni caso, i micologi del Centro di Controllo Micologico SIAN sono presenti su tutto il territorio provinciale e a disposizione dei raccoglitori di funghi, soprattutto i meno esperti, per controllare le varietà raccolte in modo da garantire il consumo delle sole specie adatte al consumo umano.