“Il 10 per cento della popolazione è affetto da patologia renale cronica, molti forse troppi pazienti non lo sanno ancora, perché la patologia renale cronica è silente e quando si manifesta rischia di essere già a uno stadio avanzato. Oggi però sappiamo che spesso è associata ad altre patologie croniche come il diabete, l’ipertensione, le cardiopatie, le patologie metaboliche e sappiamo che possiamo tracciarla, attraverso percorsi di screening di massa semplici e alla portata del nostro sistema sanitario”: il professor Loreto Gesualdo, docente di Nefrologia e Direttore UOC Nefrologia del Policlinico di Bari, ha aperto il convegno “Gange in Nefrologia” organizzato da Sanitanova con il contributo non condizionante di AstraZeneca.
“Le patologie renali vanno annoverate tra le principali patologie croniche e devono rientrare nei progetti regionali di gestione delle cronicità – ha detto il dott. Ettore Attolini, Area Innovazione Sociale, Sanitaria e di Sistema AReSS Puglia – la Regione Puglia ha deliberato la rete regionale per le patologie renali e il trapianto che oggi ha il compito di studiare e proporre modelli organizzativi nuovi. Sappiamo che le patologie croniche impegnano l’80 per cento delle risorse del Sistema Sanitario Regionale e siano in una fase cruciale di cambiamento che ci spinge verso la telemedicina e verso il coinvolgimento sempre più significativo del paziente, portatore di saperi preziosi per qualificare le nostre risposte di assistenza”.
Durante l’evento è stato presentato il progetto pilota Dante, realizzato da 14 medici di medicina generale e redatto con la collaborazione del dott. Francesco Pesce, dirigente medico della Nefrologia del Policlinico di Bari. “Abbiamo sottoposto a screening 16mila pazienti attraverso la stretta collaborazione con i medici di medicina generale – sottolinea Pesce – abbiamo cioè cercato attraverso un esame del sangue e un esame delle urine due valori predittivi di patologia renale”.
“I risultati sono stati sorprendenti – racconta il dott. Domenico Pasculli, medico di medicina generale – perché abbiamo trovato valori di un punto percentuale superiori alla media italiana. Segno questo che il dato va cercato e che esami molto semplici possono essere di aiuto nella individuazione precoce della patologia renale”.
La prevenzione primaria comporta naturalmente la possibilità di intervenire con una terapia farmacologica mirata: “oggi abbiamo a disposizione farmaci in grado di tenere sotto controllo la patologia – continua Pesce – la collaborazione con la medicina di base è fondamentale”.
“A noi ora il compito di fare tesoro di quanto emerso dal progetto pilota Dante – aggiunge il prof. Gesualdo – un progetto che ha dimostrato l’importanza della Medicina Generale nella prevenzione primaria e secondaria delle malattie renali croniche. Infatti, l’esecuzione di due semplici esami, ACR e eGFR, in categorie a più alto rischio di sviluppare MRC (diabetici, ipertesi e cardiopatici), è in grado di identificare in maniera precoce questa malattia – che colpisce il 10% della popolazione generale – e mette le basi per creare una continuità ospedale-territorio che dovrà mirare ad una diagnosi precoce per poter prevenire l’evoluzione del danno renale e realizzare il sogno di uno Scacco matto alla malattia renale cronica per un mondo senza dialisi”.