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Dal convegno ‘Puglia Leads’: per una migliore gestione dei pazienti cardiopatici monitorare l’aderenza alle terapie è fondamentale

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità nei paesi occidentali e sono strettamente correlate con altre importanti patologie, come l’ipertensione, il diabete mellito e l’ipercolesterolemia. “La cardiologia ha fatto passi enormi in termini di miglioramento della sopravvivenza rispetto agli eventi acuti ma abbiamo ancora molto da lavorare su aderenza, cambiamento nello stile di vita e presa in carico del paziente”: così il dottor Pasquale Caldarola, Direttore del Dipartimento cardiologico della Asl Bt, ha sintetizzato le sfide che la cardiologia deve oggi affrontare nell’evento “Puglia Leads” organizzato da Sanitanova con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo.

Tre sono i punti su cui dobbiamo insistere – ha detto il dottor Giovanni Gorgoni, Direttore generale AReSS Puglia – innanzitutto dobbiamo lavorare con un team assistenziale che è determinante per creare valore. A questo dobbiamo aggiungere un approccio orizzontale al paziente che deve essere preso in carica e curato nella sua complessità e globalità e poi dobbiamo focalizzarci sulla aderenza alle cure che può darci risultati significativi  in termini di miglioramento degli esiti di salute”.

Il tema dell’aderenza alle terapie oggi rappresenta, soprattutto per il paziente cardiovascolare, un punto determinante: “gli studi hanno messo in evidenza che in Italia e nel mondo a fronte di risultati sorprendenti nella gestione immediata dell’evento acuto cardiovascolare, ci sono trend di eventi avversi costanti nella sopravvivenza a un anno – ha sottolineato il dott. Caldarola – cioè nel 20 per cento dei casi registriamo mortalità. Le cause sono da ricercare nella scarsa aderenza alle cure, nello stile di vita e nella mancanza di presa in carico del paziente”.

D’altro canto, progetti pilota che hanno lavorato proprio sulla presa in carico del paziente cardiovascolare complesso e sul suo empowerment hanno mostrato risultati molto positivi: “a Bari è stato realizzato e portato avanti il progetto Ponte che ora aspira a diventare nazionale – ha raccontato il dott. Caldarola – e che ha permesso la presa in carico di 2500 pazienti con ottimi risultati in termini di sopravvivenza e di miglioramento dello stile di vita. Nel 76 per cento dei casi si trattava di pazienti con ipertensione, nel 60 per cento dei casi di pazienti con livelli elevati di colesterolo e nel 30 per cento dei casi di pazienti con diabete. Dall’analisi dei dati è emerso che il paziente seguito e monitorato è in grado di seguire meglio le cure e di incidere sullo stile di vita, per esempio riducendo il fumo”.

Di difficoltà ad aderire alle cure ha parlato anche il professor Natale Daniele Brunetti, docente di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’Università di Foggia: “le statistiche mettono in evidenza la difficoltà del paziente a seguire attentamente le cure “L’aderenza alle terapie è tanto più difficile quanto più complessa è la situazione studi su pazienti con patologia cardiovascolare e dislipidemici hanno messo che 1 su 2 a un anno di distanza non aderisce perfettamente alla terapia. I fattori predittivi di interruzione sono l’età superiore ai 75 anni, lo scarso livello scolastico, il numero di farmaci da assumere superiore a 10 e mancata ospedalizzazione nell’anno precedente. I dati però mostrano, al contempo, che tenere sotto controllo i livelli di colesterolo incide positivamente sul controllo degli eventi cardiovascolari”.

“L’aderenza paga e paga in termini di riduzione dei casi di ricoveri – ha continuato il prof. Brunetti – la finestra di intervento per pazienti non aderenti alla terapia è molto stretta e su questo il ruolo della comunicazione, da quella medico-paziente a quella che passa attraverso i mezzi di comunicazione di massa, è fondamentale“. 

Gli strumenti oggi a disposizione, mirati a garantire l’aderenza alle cure, garantiscono supporto attraverso l’uso di semplici strumenti di registrazione e comunicazione tra il pazienti (o il suo caregiver) e il centro specialistico: MonitORA è un PSP (Patient Support Program) sviluppato e realizzato da Educom con il supporto di FIPC (Fondazione italiana per il Cuore), Conacuore (Coordinamento Nazionale delle Associazioni del Cuore) che ha certificato l’usabilità del programma da parte dei pazienti, e SIC (Società italiana di Cardiologia). MonitORA si compone di una app gratuita per il paziente, utile per tenere sotto controllo tutte le terapie farmacologiche prescritte e per accedere a contenuti scientifici certificati, e di una piattaforma per i centri clinici di monitoraggio delle condizioni cliniche del paziente e, appunto, della corretta aderenza alle cure.

Ai farmaci attualmente disponibili per combattere l’ipercolesterolemia collegata alle patologie cardiovascolari ha fatto riferimento il dottor Massimo Grimaldi, direttore Cardiologia dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti: “Oggi abbiamo a disposizione l’acido bempedoico che ha un meccanismo di azione unico perché agisce a livello epatico e non a livello muscolare. Questo determina una assenza di mialgia nel paziente. I fattori strategici restano comunque l’aderenza alla terapia rispetto a target di colesterolo decisamente sfidanti e i cambiamenti nello stile di vita“.


Anche in questo campo la differenza si può fare gestendo al meglio il rapporto con il territorio, più vicino nella quotidianità al paziente, e puntando su una comunicazione più diretta mirata e coinvolgente. Il paziente va reso partecipe del proprio processo di cura e va reso protagonista: particolare attenzione deve essere dedicata anche ai caregiver quando presenti.