Home In Primo Piano Due lembi muscolo-cutanei dell’addome utilizzati in Casa Sollievo per ricostruire il seno...

Due lembi muscolo-cutanei dell’addome utilizzati in Casa Sollievo per ricostruire il seno dopo l’asportazione di un grosso tumore esteso all’esterno

L’intervento di 10 ore, complesso e innovativo nel suo genere, è stato eseguito nell’Unità di Chirurgia Senologica dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza su una donna della provincia di Barletta-Andria-Trani che per mesi si era rifiutata di affrontare il problema: «Ho commesso un grave errore, ne sono consapevole. Ho capito che non serve a nulla far finta di niente, bisogna agire al più presto, e che l’informazione e la relazione empatica generano fiducia e consapevolezza delle proprie possibilità»

«Ho commesso un grave errore, ne sono consapevole. Il mio seno destro da diversi mesi aveva cambiato forma e aspetto, e già dall’esterno era visibile che qualcosa non andava. Se ne sarebbe accorto chiunque. Ma io, per paura, ho preferito far finta di niente, piuttosto che affrontare lo stesso calvario che era toccato a mia madre per un tumore al seno. E questo mi terrorizzava».

Nel mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, una donna di 47 anni della provincia di BAT ha raccontato così la sua esperienza relativa all’asportazione di una voluminosa neoplasia mammaria estesa all’esterno, in via di ulcerazione e che occupava interamente la mammella destra.

La donna era giunta al Pronto Soccorso dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza dopo lunghi mesi di tentennamenti. Dopo una visita iniziale ed i primi accertamenti è stata subito invitata al ricovero nell’Unità di Chirurgia Senologica.

L’intervento – eseguito dai chirurgi Luigi Ciuffreda e Francesco Mollo, coadiuvati dall’anestesista Maria Morena e da tutto il personale di sala operatoria – ha avuto una durata di 10 ore. La donna è stata sottoposta ad un’anestesia combinata, cioè ad un blocco antalgico preoperatorio ecoguidato associato ad anestesia generale.

«Si è trattato di un caso molto complesso perché dopo l’atto demolitivo sulla mammella e sui linfonodi ascellari per rimuovere la neoplasia, a causa della mancanza di tessuti molli nella regione mammaria, abbiamo pensato alla possibilità inusuale di ricostruire la mammella con due lembi mio-cutanei dei muscoli retti dell’addome – ha spiegato Luigi Ciuffreda, che dal luglio del 2020 dirige l’Unità di Chirurga Senologica e da maggio 2021 coordina la Breast Unit dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo –. Successivamente si è resa necessaria una ricostruzione della parete addominale utilizzando una rete sintetica ed un’addominoplastica con preservazione dell’ombelico».

«L’intervento – ha sottolineato il chirurgo – è stato rischioso per due diversi motivi: da un lato vi era il rischio operatorio in sé nel gestire un caso e una metodica così complessa, dall’altro le possibili complicanze ischemiche e, di conseguenza, la necrosi dei tessuti, che andavano evitate angolando il meno possibile i peduncoli vascolari dei due lembi addominali utilizzati per ricostruire il seno».

Dopo l’operazione, la donna ha trascorso due giorni in terapia intensiva, presso l’Unità di Anestesia e Rianimazione I. Successivamente è stata nuovamente trasferita in reparto dove si è gradualmente ripresa fino ad essere dimessa dopo 9 giorni dall’intervento, in buona salute e con una perfetta vitalità dei lembi impiantati.

Per condividere con la comunità scientifica l’intervento, il caso trattato sarà sicuramente oggetto, nei prossimi mesi, di un case report da pubblicare su riviste specialistiche. 

«Devo ringraziare tutti i professionisti che ho incontrato in Casa Sollievo – ha precisato la donna –. Sin dal primo incontro in Pronto Soccorso mi avevano detto: ‘tutti hanno una possibilità, anche lei’. Mi hanno accolta e ascoltata. E io ho ascoltato loro. Mi hanno spiegato per filo e per segno cosa avrebbero fatto al mio seno e al mio addome, e solo così mi sono sentita confortata e rassicurata. Ho capito che non serve a nulla far finta di niente, bisogna agire al più presto, e che l’informazione e la relazione empatica generano fiducia e consapevolezza delle proprie possibilità. Spero che la mia esperienza a lieto fine – ha concluso – possa aiutare tutti coloro che temono di affrontare una battaglia che, con le persone giuste a fianco, diventa meno difficile».

L’Unità di Chirurgia Senologica dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza – dove operano i chirurghi Luigi Ciuffreda, Francesco Mollo, Lucia Petito, Francesca Natale e Angelo Marzovillo – con il supporto di 4 infermiere e 2 operatrici socio sanitarie, effettua ogni anno circa 750 ricoveri inerenti la chirurgia oncologica, profilattica, plastica e ricostruttiva.

La Chirurgia Senologica fa parte della Breast Unit (BU) dell’Ospedale che è stata costituita ufficialmente nel 2013 ma che in realtà è attiva già dal 2009. La Breast Unit riunisce in un’unica squadra multidisciplinare un core team composto da Oncologia Medica, Radioterapia, Anatomia Patologica, Chirurgia Senologica e Radiologia Senologica, e opera in sinergia per assistere i pazienti affetti da tumori alla mammella, con la collaborazione delle associazioni ANDOS e LILT. La BU ha l’obiettivo di perseguire risultati migliori nella prevenzione, diagnosi e trattamento del tumore al seno, favorendo un più rapido trasferimento dalla ricerca scientifica alla pratica clinica. Il consulto multidisciplinare costituisce la base per la discussione e la gestione dei casi sia prima che dopo l’intervento, permettendo di standardizzare e ottimizzare il percorso terapeutico. 

I casi trattati dalla BU in riunione multidisciplinare sono, in media, circa 1.400 all’anno e riguardano le indicazioni preoperatorie e postoperatorie. Le visite di controllo periodiche presso l’A.I.S. – Ambulatorio Integrato di Senologia sono circa 2.000 all’anno.

Numeri che confermano l’assoluta rilevanza del lavoro svolto dalla Breast Unit dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, che, all’interno della Rete Oncologica Regionale Pugliese, è identificata come HUB (Centro di riferimento specialistico) ed è riconosciuta dai pazienti come punto di riferimento per la Puglia e le regioni limitrofe.