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Unisalento, presentato il nuovo corso di Laurea in Medicina e Chirurgia

La biologia e la medicina incontrano le nuove tecnologie, la bioingegneria, le biotecnologie e la biomedicina: queste le caratteristiche del nuovo corso di laurea in “Medicina e Chirurgia” dell’Università del Salento, in partenza il prossimo settembre, che è stato presentato questa mattina – in diretta dal centro congressi del complesso Ecotekne – dal Rettore UniSalento Fabio Pollice, alla presenza Rettore di Humanitas University Marco Montorsi.
Il corso avrà la caratteristica di arricchire la professionalità del medico chirurgo con competenze tecnologiche e metodologiche specifiche nell’ambito dell’ingegneria biomedica; avrà, dunque, un marcato orientamento tecnologico (“MedTec”), sulla scia di un analogo percorso formativo attivato appunto da Humanitas University in collaborazione con il Politecnico di Milano. L’obiettivo è formare una figura professionale che, oltre a essere in grado di esercitare la professione medico-chirurgica, sia in grado di applicare o sviluppare soluzioni tecnologiche per la prevenzione e cura delle malattie, il supporto all’invecchiamento e alle emergenze sanitarie.
Sessanta i posti disponibili; il bando di ammissione al primo anno e le informazioni utili sono su https://www.unisalento.it/test-medicina/odontoiatria.

«Un percorso che integra ricerca, formazione e assistenza sanitaria, frutto di un intenso e proficuo rapporto di collaborazione e condivisione con le altre Università pugliesi e con gli attori pubblici e privati di eccellenza che operano sul territorio», ha sottolineato il Rettore Fabio Pollice, «Fondamentale il ruolo della Regione Puglia, alla quale rinnovo i ringraziamenti per l’impegno profuso, così come quello di tutta la comunità accademica – docenti, personale, studenti. È con emozione che oggi presentiamo un risultato storico, che potrà incidere significativamente sul futuro della nostra regione e del paese».

Hanno portato i saluti, in collegamento, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il Presidente dell’Anvur Antonio Felice Uricchio. Sono intervenuti inoltre il Sindaco di Lecce Carlo Salvemini, gli assessori regionali Sebastiano Leo e Pier Luigi Lopalco, il Direttore della ASL Lecce Rodolfo Rollo e il Presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce Donato De Giorgi.

Il presidente della Regione Puglia ha detto Michele EmilianoLa Puglia conquista, grazie all’Università del Salento di Lecce, un grande corso di laurea in Medicina con riferimento alle scienze biomediche. Formeremo medici con capacità ingegneristiche, avremo la capacità di prevedere l’evoluzione della scienza medica. Sono veramente emozionato per l’importanza della giornata dedicata alla presentazione ufficiale del nuovo corso di laurea e sono emozionato anche per la qualità della squadra, per l’unità di intenti e di azioni che abbiamo messo in campo, abbattendo campanili, egoismi, declinando tutti i verbi alla prima persona plurale e non alla prima persona singolareabbiamo davanti l’invecchiamento generale della popolazione ma anche il desiderio di far crescere la volontà di riprodursi delle persone in modo positivo, con dei progetti. Abbiamo molte persone colpite da malattie cronico degenerative, aumentano i disturbi dell’età pediatrica e le malattie rare, ci sono sforzi in tema di salute pubblica che finalmente superano i confini del Dm 70. Nel giro di pochissimi mesi la Puglia, con la fortunata coincidenza di tante università pubbliche e private, ha dato vita a nuovi corsi di laurea in Medicina, ognuno con caratteristiche diverse….L’Università di Puglia mi permetterei di declinarla, ovviamente con le identità, le tradizioni e le grandi peculiarità di ciascuna, come un tutt’uno, senza distinzione nei percorsi, soprattutto in sanità tra pubblico e privato, dove il pubblico fa la sua parte, pone l’agenda e chiede all’intera comunità, anche alla sanità privata, di potersi fare interprete di un sistema che da oggi sarà fatto di quattro università pubbliche e un’università privata, di sei istituti di formazione tecnica. Abbiamo l’idea che l’Università del Salento possa diventare qualcosa di straordinario nel futuro della medicina.. E la Regione sta investendo nel suo piccolo oltre 80 milioni di euro. Il MedTec disegnerà il nuovo volto dei medici di domani e soprattutto abbiamo l’obiettivo di formare una figura professionale che oltre a essere in grado di fare il medico chirurgo sia in grado di applicare le soluzioni tecnologiche a supporto soprattutto dell’invecchiamento e delle emergenze sanitarie. MedTec integra il percorso di una laurea tradizionale, con un percorso aggiuntivo che sono focalizzati su elementi tecnologici che l’Università di Lecce già vive.  Fra dieci anni un chirurgo, ma già oggi accade, non entrerà più direttamente in una sala operatoria, dovrà controllare robot da remoto. Noi siamo leader in molti settori tecnologici legati all’automazione, quindi non si comprendeva per quale motivo non dovessimo entrare in questi percorsi…Ci teniamo che il Sud abbia le stesse possibilità, anche perché abbiamo distretti informatici, diagnostici che ci portano ad avere in questo settore 1.200 imprese, quasi 3.000 occupati, 912 milioni di euro di export. Questa forte spinta nella ricerca industriale ha indotto tutti noi a proseguire su questa strada…Noi ci siamo, la Regione Puglia c’è e ci sarà sempre. In bocca al lupo all’Università del Salento, in bocca al lupo a questa magnifica squadra”.

Le caratteristiche del corso di laurea sono state illustrate in dettaglio dai professori Pietro Alifano e Alessandro Sannino.

Ha spiegato il professor Pietro Alifano, docente di Microbiologia: «Il corso di studio si colloca in un contesto internazionale che vede il mondo della sanità in rapida trasformazione sotto la spinta dell’innovazione tecnologica, dell’aumento dell’interdisciplinarità nella medicina e nella formazione medica, per far fronte ai grandi cambiamenti della società moderna, che attraversa quella che è stata definita una fase di “transizione epidemiologica”. In futuro, la medicina sarà più predittiva, preventiva, personalizzata e partecipativa, e questa sfida è colta dal progetto formativo che percepisce alcuni cambiamenti importanti nel mondo della medicina:
i. la medicina sfrutterà strumenti migliori per la previsione e la prevenzione;
ii. la genomica potrà portare a una medicina sempre più personalizzata;
iii. la medicina farà largo utilizzo della bioinformatica, dei big data e dell’intelligenza artificiale;
iv. l’assistenza sanitaria avverrà in parte sempre più anche a distanza;
v. si svilupperà la medicina rigenerativa e la robotica per la salute.
Tutti questi argomenti sono stati centrali nella progettazione del percorso formativo. In particolare, nei primi due anni il percorso formativo prevede l’erogazione di contenuti tipici delle scienze mediche di base accompagnati dai fondamenti delle scienze bio-ingegneristiche. Nel corso del terzo anno, a completamento della formazione di base, sono trattate materie precliniche e bioingegneristiche. Dal quarto anno in poi sono introdotti insegnamenti clinici accompagnati da applicazioni bioingegneristiche ai problemi della clinica. Il percorso formativo prevede l’acquisizione di contenuti di base nell’ambito delle discipline matematiche, fisiche, chimiche e ingegneristiche, normalmente non rappresentati nei percorsi formativi dei corsi di studio in Medicina e Chirurgia di tipo più tradizionale. È rivolto, pertanto, agli studenti che hanno una particolare propensione anche per questo tipo di formazione, oltre che un interesse per gli aspetti tecnologici d’avanguardia della medicina e della chirurgia. Un valore aggiunto del progetto didattico è costituito da un percorso (opzionale) di circa 30 crediti formativi universitari, che consentirà allo studente di raggiungere i requisiti formativi per il conseguimento di un secondo titolo di laurea, quello in “Ingegneria biomedica”, dopo il completamento del percorso formativo con il tirocinio e l’elaborato finale
».


Ha sottolineato il professor Alessandro Sannino, docente di Scienza e tecnologia dei materiali e Delegato del Rettore alla Ricerca: «Il nuovo corso di laurea è un punto di arrivo, un punto di partenza e un seme per un brillante futuro. È il punto di arrivo di diverse esperienze su cui la Regione, l’Università e il sistema industriale e della finanza di rischio, anche internazionale, hanno investito in modo importante e strutturato negli ultimi anni. A partire dalla creazione del primo nodo al Sud della rete nazionale di tissue engineering istituita dal MIUR già all’inizio del 2000, ai pesanti investimenti sui Distretti Tecnologici, sul Tecnopolo, a quelli dell’IIT su sensoring e monitoring, fino agli investimenti di tanti fondi nordamericani, inglesi e recentemente anche italiani su iniziative di start up biotecnologiche qui in Puglia – ed è importante sottolineare non solo da scoperte pugliesi – e alla recentissima costituzione del Salento Biomedical District. Una massa critica che ha già dimostrato di saper attrarre anche dall’estero le migliori expertise ad alta biodiversità culturale, dalla quale i percorsi traslazionali in biotecnologia non possono prescindere, e ha gemmato, come naturale conseguenza, la prima iniziativa di MedTec pubblica sul territorio italiano ed europeo. Il MedTec è anche il punto di partenza di un nuovo percorso integrato, in cui l’intera Regione mette a sistema le proprie competenze per supportare l’unico sistema di sviluppo possibile di una sanità al passo con le best practice europee, che unisce la formazione di eccellenza, la ricerca di frontiera, le imprese innovative grandi e piccole e la finanza di rischio pubblica e privata, per consolidare sul territorio i migliori percorsi assistenziali e le più avanzate terapie del settore, a partire dalla preclinica per arrivare al letto del paziente. Soprattutto, il MedTec è un seme importante: va chiarito che la Scuola MedTec non la stiamo fondando adesso, e non la stanno fondando coloro i quali l’hanno concepita e la faranno partire. I fondatori saranno gli alunni di oggi, che vorranno continuare a investire su questo territorio nel loro percorso professionale, ai quali abbiamo l’obbligo di mettere a disposizione il meglio e il dovere di chiedere il massimo perché siano i migliori medici, educatori, maestri di domani».