“Curare il prossimo non è solo un lavoro qualificato, ma una vera e propria missione, che si realizza pienamente quando la conoscenza scientifica incontra la pienezza dell’umanità e si traduce nella tenerezza che sa avvicinare e prendere a cuore gli altri: vorrei partire da queste significative parole di Papa Francesco per augurare buon lavoro a tutti i partecipanti alla seconda Conferenza Nazionale per la Salute Mentale ‘Per una Salute Mentale di Comunità’, promossa dal Ministero della Salute”. A parlare è il Presidente della FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei Medici e presidente dell’OMCeO Bari, Filippo Anelli, che aggiunge: “Se è vero, come è vero, che non c’è salute senza salute mentale, apprezziamo la concentrazione di idee, sforzi e risorse su questo settore delle cure, che necessita di un’attenzione ancora maggiore in questo periodo di pandemia. Gli effetti del Covid, e delle misure di prevenzione, hanno influito profondamente sulla psiche delle persone, aumentando disturbi come ansia e depressione e peggiorando malattie già in atto.
È dunque quanto mai importante e urgente la presa in carico di questi malati – continua Anelli -. Presa in carico che deve avvenire sul territorio, all’interno della comunità, in maniera prossima al paziente, tramite l’implementazione dei servizi dedicati. Abbiamo apprezzato le parole del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha eletto a interventi essenziali la riduzione delle disuguaglianze nell’accesso alle cure, l’organizzazione dei servizi, l’attenzione alle nuove forme di disagio provocate o aggravate dalla pandemia e, ultimo ma forse più importante, il rafforzamento dell’assistenza territoriale, della presa in carico integrata e globale, che coinvolga tutte le professioni. E che ha ipotizzato come implementare le risorse destinate.
È sul territorio che deve avvenire la presa in carico delle persone, coinvolgendo i professionisti, le famiglie e le comunità. Occorre implementare i servizi, i luoghi di accoglienza e di cura, la presa in carico a livello preventivo e terapeutico. Occorre rafforzare l’organizzazione territoriale, a partire dall’ambulatorio del Medico di Medicina Generale e del Pediatra di libera scelta, per individuare precocemente le criticità. È con la presa in carico della persona nel suo complesso, da parte della comunità nel suo insieme, che potremo prevenire ed evitare epiloghi anche drammatici, in cui a pagare il prezzo delle mancate cure siano i pazienti stessi, le loro famiglie, le comunità, gli operatori sanitari, lasciati soli come è accaduto a Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un suo paziente – conclude Anelli -. Solo così potremo, come auspicato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, seguire e tutelare i più fragili, in conformità ai diritti costituzionali e, aggiungo, ai dettami del Codice di Deontologia Medica”.