“Efficacia delle cure, equilibrio economico, servizi innovativi e appropriati. Sono questi capisaldi imprescindibili della organizzazione sanitaria che oggi, sempre più spesso, si deve confrontare con bisogni di cura sempre più diffusi, terapie sempre più innovative e gestione manageriale. Il nostro compito è naturalmente quello di ricercare sempre l’equilibrio a vantaggio del paziente”: così l’avvocato Alessandro Delle Donne, Commissario straordinario dell’Istituto Tumori- IRCCS “Giovanni Paolo II” di Bari ha aperto i lavori dell’incontro “Innovazione, sostenibilità e appropriatezza prescrittiva in oncoematologia” organizzato da Sanitanova con il contributo non condizionante di Sandoz, con il patrocinio di AReSS – Agenzia Regionale Strategica per la Salute e il Sociale Puglia.
Il professor Roberto Ria (nel riquadro della foto), responsabile scientifico dell’evento, ha ricordato il ruolo, centrale e imprescindibile, del clinico nella scelta della terapia: “spesso ci chiediamo e ci viene chiesto se esiste un margine di discrezionalità per il medico nel prendere le decisioni terapeutiche che ritiene più opportune devo a questo proposito ricordare le parole con cui la Corte dei Conte ha sottolineato come il medico per assicurare al proprio paziente la cura migliore possa trovarsi nella condizione di prescrivere farmaci anche in deroga apparente alle vigenti disposizioni”.
Oggi i concetti di innovazione, sostenibilità e appropriatezza in oncoematologia rimandano sempre più spesso ai biosimilari, a medicinali “simili” per qualità, efficacia e sicurezza ai farmaci biologici di riferimento e non soggetti a copertura brevettuale: i biosimilari costituiscono una opzione terapeutica in più a costi ridotti. Sono quindi una alternativa per il sistema di garantire efficacia terapeutica ed equilibrio economico. “L’uso dei biosimilari – ha sottolineato Ria – deve naturalmente essere valutato dal medico che deve avere certezze di sicurezza”.
L’uso del farmaco biosimilare è sempre più frequente: “dobbiamo passare dallo spendere meno allo spendere meglio – ha detto la dottoressa Patrizia Nardulli, Direttrice della Farmacia dell’Istituto Tumori – le farmacie ospedaliere devono lavorare in stretta collaborazione con i clinici di reparto, perché solo così è possibile ottimizzare le risorse per garantire un risultato di salute sempre più certo. Per esempio in caso di comparsa di neutropenia febbrile, complicanza grave che può insorgere in pazienti in chemioterapia, l’uso del biosimilare filgrastim nella versione daily (una somministrazione al giorno per più giorni) o peg (una sola somministrazione) risulta essere un esempio di migliore accesso a cure costose (come quelle dei peghilati) e nella regione Puglia è già ampiamente privilegiato”.
Molti sono i casi in cui viene o può essere utilizzato il farmaco biosimilare e molta è la strada già percorsa, anche in Regione Puglia, per facilitarne l’uso. “Si tratta di un concetto per fortuna sdoganato ormai – ha detto il dottor Giammarco Surico, Coordinatore della rete oncologica regionale – ma certo bisogna insistere ancora sulla organizzazione dei servizi, sulla multidisciplinarità che garantisce terapie sempre più appropriate”.
A ricordare le procedure con cui Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) definisce i farmaci come “innovativi” è stato il dottor Luigi Santoiemma, farmacologo e consulente Aifa: “il farmaco innovativo non è solo qualcosa che prima non c’era e ora c’è – ha detto – ma è il risultato di un lungo e difficile percorso regolatorio che segue delle precise e rigide indicazioni a garanzia della reale efficacia innovativa del farmaco. L’Aifa valuta su bisogno terapeutico, valore aggiunto e qualità delle evidenze. Il biosimilare supporta l’accesso all’innovazione creando sacche virtuose di risparmio”.