“Donare è una scelta naturale” è lo slogan scelto per accompagnare la 24esima Giornata nazionale su donazione e trapianto di organi e tessuti, promossa dal Ministero della Salute l’11 aprile 2021 con il coinvolgimento della Rete nazionale trapianti e delle associazioni del settore.
Le ultime indagini condotte dal Centro regionale trapianti relegano la nostra regione in fondo alla classifica italiana, il cui bilancio complessivo, a sua volta, pone il Paese nelle ultime posizioni in Europa. Nonostante l’aumento dei donatori utilizzati registrato tra il 2019 e il 2020, la Puglia rimane in coda con appena 7,2 donatori utilizzati per milione di popolazione, un’inezia rispetto ad esempio ai 42,6 donatori per milione di popolazione della Toscana. Viceversa, ci distinguiamo ancora per opposizioni alla donazione, con ben 42 dinieghi rilevati nelle terapie intensive degli ospedali pugliesi nel 2020. Lo strumento più efficace per ribaltare questi dati è rappresentato dall’assenso alla donazione in vita che è possibile comunicare ai punti di raccolta delle Asl, alle associazioni di volontariato come l’Aido o ai Comuni di residenza: un solo “Sì” può essere decisivo per salvare fino a 7 vite. Per questo figure specializzate della Asl di Brindisi, coadiuvate dalle associazioni di volontariato, svolgono da anni un’attività di sensibilizzazione per avvicinare i cittadini all’argomento.
“La prima fase del processo che porta alla donazione – spiega Massimo Calò, coordinatore delle attività di prelievo e trapianti dell’ospedale Perrino – è l’accertamento della morte encefalica, che parte dalla valutazione clinica di pazienti ricoverati in Terapia intensiva: noi rianimatori ci rendiamo conto dall’osservazione di una serie di parametri che siamo in presenza di una morte encefalica, cioè che il paziente non ha più le funzioni cerebrali. In questa situazione, per legge, siamo tenuti a convocare una commissione e, dopo le 6 ore di accertamento, siamo tenuti a staccare il ventilatore in quanto il paziente viene dichiarato deceduto. In queste 6 ore, incontriamo i familiari per il colloquio: con loro verifichiamo se il paziente aveva espresso in vita la volontà di donare gli organi, informazione che ci viene fornita dal Centro regionale trapianti. Se non c’è stata una volontà esplicita in vita, il consenso verrà dato dagli aventi diritto. Una volta ottenuto consenso, il lavoro si sposta sull’idoneità degli organi e sul ‘mantenimento del potenziale donatore’, che non è semplice: in un paziente in cui è assente la funzione cerebrale, mantenere una perfusione valida degli organi che devono ridare la vita richiede molto impegno. Da una parte, quindi, ci sono le tante indagini per certificare l’idoneità dell’organo e dall’altra, c’è tanto lavoro in Terapia intensiva per mantenere l’organismo del donatore nelle migliori condizioni possibili”.
L’iter che permette ai medici di ridare vita dalla morte non si esaurisce così: una volta prelevati dalle varie equipe mediche allertate dal Centro regionale trapianti, gli organi del donatore raggiungono le loro destinazioni geografiche per essere ricevuti dai donatori per i quali, com’è facile immaginare, uscire dalla sala operatoria con un organo nuovo e funzionante equivale in tutto e per tutto a una rinascita.
“Ogni anno in questa ricorrenza – ricorda Grazia Bellanova, coordinatore territoriale per la donazione e trapianto della Asl – abbiamo organizzato eventi nelle piazze e nelle scuole per incontrare i cittadini e aiutarli a esprimere il ‘Sì’ alla donazione e a sciogliere i dubbi sul tema donazione e trapianto. Purtroppo l’emergenza Covid, quest’anno come l’anno scorso, non ci permette questo tipo di iniziative ma vogliamo essere comunque presenti per riflettere sull’importanza del dono: la donazione è l’atto d’amore che permette il trapianto, una terapia unica che consente di salvare tante vite. Ancora oggi più di 8mila persone sono in lista d’attesa per ricevere un organo. Senza il nostro ‘Sì’ questi uomini, queste donne, questi giovani sono condannati a morte. È necessario esprimere in vita la volontà a donare gli organi post mortem: è un atto d’amore, non costa nulla e salva tante vite. In vita siamo sempre costretti a prendere decisioni: a volte scegliamo di seguire cuore e a volte seguiamo la ragione. La dichiarazione di volontà tiene insieme le due opzioni: rappresenta un grande atto generosità proveniente dal cuore tanto quanto la concreta ragionevolezza di voler salvare delle vite”.