L’incidenza di anomalie elettrocardiografiche, aritmie cardiache e Covid, seppur rara, è associata ad un elevato tasso di mortalità. È questo uno dei dati salienti di uno studio multicentrico internazionale che ha coinvolto 6 centri fra Italia e Germania, coordinato dalla Struttura Complessa di Cardiologia Universitaria del Policlinico Riuniti di Foggia, diretta dal Prof. Natale Daniele Brunetti e dalla Cardiologia dell’Ospedale Bonomo di Andria. I risultati son stati pubblicati sulla rivista ufficiale della società americana di Malattie infettive, “Clinical Infectious disease”.
In pazienti arruolati nei mesi della prima ondata Covid nella primavera del 2020 sono stati valutati i predittori di anomalie elettrocardiografiche associati ad aritmie maligne. Dallo studio è emerso come l’uso di duplice terapia anti-virale, la frequenza cardiaca basale e l’età sono i predittori di un’anomalia elettrocardiografica pericolosa per la vita (l’allungamento dell’intervallo QT). L’incidenza di aritmie maligne è risultata essere del 3.6% ed associata ad un tasso di mortalità del 50%. Le aritmie insorgono dopo circa 10 giorni dal ricovero e sono in molti casi letali entro 48 ore dall’insorgenza.
“Questi dati potrebbero consentire di individuare i pazienti a maggior rischio di aritmie maligne e di comprendere i farmaci, specie se in combinazione, potenzialmente pericolosi per il cuore. A breve saranno pubblicati i dati su 5838 pazienti da oltre 5 nazioni e 3 continenti trattati con terapia anticoagulante durante ricovero per Covid.” dichiara il Prof. Natale Daniele Brunetti.
“Prosegue senza sosta l’attività di assistenza clinica ai pazienti Covid e non Covid presso il Policlinico Riuniti di Foggia, sempre con grandissima attenzione alla ricerca scientifica” commenta il Dott. Vitangelo Dattoli, Commissario Straodinario del Policlinico Riuniti di Foggia.