Nei giorni scorsi abbiamo incontrato il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo, oncologo, Presidente nazionale Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) e Direttore Breast Unit Mater Dei Hospital di Bari, con il quale abbia fatto chiarezza sul tema della familiarità nell’insorgenza dei tumori.
Prof. Schittulli quanto incide la familiarità nell’ammalarsi di cancro?
Le due componenti che comportano lo sviluppo di un cancro sono fondamentalmente contraddistinte dalla genetica e dall’ambiente. L’importanza della genetica risulta così essere un principio attivo nella determinazione della patologia tumorale e, per questo, riveste un ruolo incisivo legato alla familiarità. Tant’è che la familiarità incide in circa il 10% dei casi nell’ammalarsi di cancro. Non si eredita il cancro ma le mutazioni genetiche si e sono queste ad aumentare il rischio di ammalarsi.
E’ possibile oggi sapere se ci si ammalerà di cancro avendo casi in famiglia?
Oggi si è in grado di poter, grazie alla medicina predittiva, sapere se ci si ammalerà di cancro, in particolare quando si sono verificati dei casi in famiglia. Penso, ad esempio, ai tumori al seno, al colon-retto, alla prostata, e così via. Fondamentali sono la valutazione del rischio familiare e un programma di sorveglianza clinica e strumentale con diagnosi precoce.
Come possiamo prevenire l’insorgenza della malattia?
Certamente oggi è possibile prevenire l’insorgenza delle patologie oncologiche, soprattutto in virtù degli effetti benefici della prevenzione primaria: no al tabacco, corretta alimentazione, e regolare attività fisica; e della prevenzione secondaria basata sulla diagnosi precoce che racchiude i principali tumori, i big killers, come quelli della cute, della prostata, del polmone, del colon-retto e del seno. Questi tumori rappresentano circa il 75% di tutti i cancri, e oggi diagnosticabili precocemente grazie all’apporto della biotecnologia, diventata ormai più precisa, più puntuale, più efficace, più sofisticata a tal punto che si è in grado di poter scoprire una lesione tumorale millimetrica, che garantisce non soltanto una più valida curabilità quanto una più sicura guaribilità, a beneficio di una più lunga e migliore qualità di vita.
Quanto è importante la diagnosi precoce per l’efficacia delle cure?
L’efficacia della diagnosi precoce comporta un ventaglio di trattamenti sempre più conservativi e quindi meno cruenti. Scoperto in questo stadio il cancro registra un grado di aggressività, un indice di malignità molto basso ed il processo di metastatizzazione, di diffusione della malattia a distanza, in altri organi e/o apparati, è presso che nullo.
A che punto è la ricerca nella cura del cancro?
Oggi ci siamo attestati su una complessiva guaribilità nel 60% dei casi di cancro. potremmo già oggi parlare di una guaribilità che supera l’80% di tutti i casi di cancro. E questo risultato è raggiungibile grazie alla disponibilità di: poter diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita; avvalersi di diagnosi sempre più precoci anche a livello predittivo; una ricerca sempre più velocizzata. Penso ad esempio alla proteina prodotta dal gene E2F1 che, qualora alterata, provoca proliferazione cellulare incontrollata, costituendo così un rischio per lo sviluppo del carcinoma al seno, e insieme alla nuova terapia e diagnosi precoce per la mutazione PIK 3 CA ed al continuo evolversi dello studio delle quattro basi che compongono il DNA degli esseri viventi: adenina, citosina, guanina e timina.
Chi è Francesco Schittulli
Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Chirurgia ed in Oncologia con il massimo dei voti e la lode, eletto più volte consigliere all’Ordine dei Medici di Bari, è stato Direttore della Scuola Superiore di Senologia Chirurgica, nonchè docente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Foggia e alla Scuola di Specializzazione in Oncologia delle Università di Bari e di Tor Vergata a Roma. Dal 2000 è stato sempre rieletto Presidente Nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Nel 2005 gli è stata conferita la “Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica” dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, nonché dell’Onorificenza di San Gregorio Magno dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Già componente della Commissione Oncologica Nazionale e del Consiglio Superiore di Sanità, è stato Primario, Direttore Scientifico e Capo Dipartimento Donna all’Istituto Tumori di Bari. Insignito dal Capo dello Stato Sergio Mattarella dell’onorificenza di “Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana”, attualmente è senologo-chirurgo e Direttore della “Breast Unit” presso il Mater Dei Hospital di Bari. Già allievo del prof. Umberto Veronesi ed autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche, ha al suo attivo circa 30.000 interventi chirurgici per patologia mammaria.