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ASL Lecce l’11 marzo partecipa
a Giornata Mondiale del Rene

L’11 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Rene, istituita nel 2006 da due organizzazioni internazionali di Nefrologia (International Society of Nephrology e International Federation of Kidney Foundation), per aumentare la consapevolezza dell’importanza della salute del rene e per ridurre la frequenza e l’impatto delle malattie renali.


Nel corso degli anni le Nefrologia della ASL Lecce hanno aderito ai progetti di screening promossi dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN) e dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR), per la Prevenzione delle Malattie Renali.Quest’anno la pandemia, pur impedendo l’organizzazione di eventi in presenza, non ha però interrotto la partecipazione della ASL Lecce alla Giornata Mondiale del Rene 2021.


La U.O.C di Nefrologia e Dialisi del P.O Vito Fazzi, diretta dal Dott. Marcello Napoli, dedicherà un “filo diretto” per fornire informazioni sulla patologia renale e sul suo percorso diagnostico-terapeutico: l’11 marzo 2021, i cittadini interessati possono chiamare, dalle ore 9,00 alle ore 12,30 lo 0832/661556. Risponderà il Dirigente medico del Reparto lo specialista nefrologo Dott. Efisio Sozzo. L’Unità operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Gallipoli – diretta dal Dott. Alessandro D’Amelio – ha incrementato l’attività ambulatoriale nefrologica e aderisce all’iniziativa con una campagna di sensibilizzazione, all’interno dell’Ospedale, per la prevenzione delle malattie renali.  

Dagli studi epidemiologici emerge chiaramente come le malattie renali costituiscano una vera e propria minaccia a livello mondiale. Si stima, infatti, che 850 milioni di persone in tutto il mondo abbiano malattie ai reni per varie cause: le malattie renali croniche causano almeno 2,4 milioni di morti ogni anno e sono ora la sesta causa di morte in più rapida crescita. Si calcola, attualmente, che tra il 7 % e il 10% della popolazione abbia un danno renale molto spesso misconosciuto.
Le malattie renali vengono pertanto definite silenti, perché si presentano in forme paucisintomatiche e spesso vengono diagnosticate quando il danno d’organo è già avanzato, sia nei soggetti giovani, sia negli adulti. Queste malattie sono fattori che contribuiscono ad aumentare la morbilità e la mortalità da altre malattie e fattori di rischio tra cui malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, obesità. La prevalenza dell’ipertensione e dell’obesità sono aumentate progressivamente nei bambini e negli adolescenti, generando un significativo problema di salute pubblica.

 L’ipertensione e l’obesità nella popolazione giovane sono i principali fattori di rischio per eventi renali e cardiovascolari, che potrebbero insorgere in età adulta. Alla perdita della funzione renale si può sopperire con trattamenti sostitutivi (emodialisi, dialisi peritoneale, trapianto), non senza notevoli ripercussioni sulla qualità di vita del paziente e dei suoi familiari. Anche la collettività ne risente, perché si riduce la capacità lavorativa, aumentano le necessità di supporto sociale e i costi della spesa sanitaria (per un paziente in dialisi si spendono circa € 60.000/anno).

Risulta fondamentale quindi fare diagnosi precoce e rallentare la progressione della malattia renale. Per questo motivo un’adeguata prevenzione si realizza con il precoce riconoscimento dei primi segni quali l’ipertensione e la proteinuria. Sono entrambi fattori che danneggiano gravemente i reni senza dare disturbi e passando per questo inosservati ma che, se riconosciuti e curati per tempo, possono essere corretti entrambi, prevenendo così il danno renale irreversibile.